Roma, 20 gen – Dopo il rimpasto di materie volute dal Ministro Giuseppe Valditara per le scuole elementari e medie abbiamo assistito alle solite scenate faziose: da una parte chi ha benedetto queste decisioni come una restaurazione di una “scuola tradizionale“; dall’altra chi è riuscito ad evocare i regimi totalitari per denunciare una “scuola reazionaria“. Da una parte pie illusioni, dall’altra la solita malafede. Non saranno la Bibbia e il Latino ad invertire una rotta fallimentare.

Perdere di vista la realtà

Quel che si perde di vista è la realtà: la scuola pubblica italiana è in mano ad una logica aziendalista che tende alla precarizzazione degli studenti attraverso programmi deboli, stage non retribuiti, strutture fatiscenti ed impoverimento della didattica attraverso tagli, ridimensionamenti e razionamenti di risorse. Il problema di questa scuola è un pensiero debole che mina il senso di appartenenza e comunità; che ostacola gli studenti nell’attivismo politico; che decostruisce ogni identità biologica e culturale. Il problema di questa scuola è la noiosa e deleteria contrapposizione tra classicismo e tecnica, che viene portata avanti per sfavorire ogni passo in avanti verso una didattica totale che possa includere anche l’educazione fisica: l’eterna “grande assente” da ogni progetto di riforma. Inoltre, addentrandoci in una delle polemiche in specifico, ci preme sottolineare quanto secondo noi le letture Bibliche non rappresentino in alcun modo le radici della civiltà europea, ben rappresentate invece da opere come l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide. Opere che speriamo abbiano maggiore spazio nella ristrutturazione della nostra “narrazione storica” annunciata dal Ministro. Non è una questione “sottile” ma essenziale: il messaggio biblico oltre ad essere il fondamento della politica suprematista veterotestamentaria del sionismo, veicola a nostro avviso un dannoso ed utopistico universalismo apolide. Noi – specifichiamo per dovere di coerenza – crediamo nella forza esemplare e pedagogica dell’eroismo, della bellezza e della natura. Non ai profeti del deserto. Per quanto riguarda l’insegnamento del Latino – come opzione facoltativa alle Scuole Medie – riteniamo sia l’ennesima occasione sprecata per posizionarlo dove sarebbe veramente utile: alle elementari, non come supplemento opzionale ma come base linguistica, valoriale e mentale comune a tutti.

Chiarezza e coerenza

In ogni caso le polemiche sterili le lasciamo agli altri. Non saranno certo un paio di materie in più (o in meno) a farci perdere la testa: dove c’è chiarezza di vedute c’è anche coerenza di azione politica. La scuola italiana ha bisogno di energia ed identità conciliate ad un rinnovato spirito di giustizia sociale.

Blocco Studentesco