Di Emilio
Nell’antica Grecia, la politica era considerata un’arte nobile, un dovere civico che richiedeva partecipazione attiva, discussione pubblica e ricerca del bene comune, ma anche a Roma e in un qualsiasi stato riuscito in migliaia di anni di storia, si è sempre cercato il bene del popolo, della patria, non la rielezione. Tuttavia, il panorama politico moderno spesso sembra lontano da questo ideale, con una transizione che ha portato a una mescolanza di tecnocrati dei poteri e politici di facciata che fanno consenso su scandali, dibattiti di poco conto e certamente non sui temi che cambiano la storia di una nazione, che vengono chiamati populisti, termine che però non amo usare, in quanto strettamente recente e usato in senso dispregiativo o meno in base allo schieramento politico. Poiché la sovranità appartiene al popolo e parlare ad esso è sacrosanto, ma basare la propria politica sulla ricerca del consenso e sui discorsi più banali nella società democratica (che ovviamente è causa intrinseca di questo) è folle.
Al giorno d’oggi nel mondo ci troviamo quasi sempre davanti 2 tipi di politici al potere, quelli che appunto vengono chiamati populisti, che spesso però sono solo giullari di facciata che probabilmente sono solo figurine mosse da menti di partito, o tecnici che sono sempre figurine, per quanto meno divertenti e ridicole, ma mosse da poteri maggiori, economici e/o sovranazionali o di lobby, sta a voi valutare chi faccia più danni; mi prendo però la libertà di farvi notare come entrambi spesso a livello geopolitico e di politica economica e sociale si comportino in modo analogo, si divertono solo a bisticciare su tematiche ideologiche che per quanto importanti, non faranno fare il salto di qualità al nostro paese.
Sicuramente questa situazione si è aggravata sempre più negli ultimi 20/30 anni (non che prima la politica italiana fosse più sana), in Italia abbiamo visto Berlusconi nel 1994, che molti etichettano come il primo “populista” per quanto a me sembri comunque paradossalmente meno “populista” in confronto a quanto abbiamo visto in Italia e nel mondo negli ultimi anni. Poi abbiamo assistito a innumerevoli governi tecnici o comunque non eletti che si sono divertiti a prendere ordini e svendere l’Italia, con in primis (per quanto solo recentemente a Palazzo Chigi) Mario Draghi. Senza dimenticare le ridicole parentesi Grilline, che da urlatori sono passati a zerbini di palazzo. Ma guardando anche ai leader di centro-destra, troviamo ben difficile individuarne uno che sia più un esempio che una figurina di facciata… Nel mondo abbiamo assistito al fenomeno Trump (e ci sarà da vedere anche l’anno prossimo come evolverà), ma anche i leader in sud America, con in primis il neo eletto Milei in Argentina, che, per quanto possa sembrare strano, è un populista agli estremi ma allo stesso tempo è ultraliberale.
In questa continua decadenza della politica però purtroppo i giovani perdono inevitabilmente l’interesse nella politica, e questo a sua volta renderà ancora più facile a questa gente giostrarsi la nazione nell’ignoranza e nel fatalismo.
Sta tuttavia ad ognuno di noi essere esempio nelle strade e nei rioni, perché nei palazzi la gioventù non sa più a chi guardare.
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