Di Sara
Henry Kissinger è morto il 29 novembre scorso all’età di 100 anni. Durante questo secolo di vita è stato una figura chiave in quasi tutti i conflitti dell’epoca scorsa: la guerra fredda, la guerra in Vietnam, l’occupazione del Timor Est ed il conflitto in Bangladesh. I media hanno cantato le sue lodi, omettendo, come sempre, la scomoda verità che ha accompagnato le sue azioni.
Nato in Germania nel 1923, emigrò negli Stati Uniti con la sua famiglia in seguito alle leggi razziali. Si arruolò nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente frequentò l’Università di Harvard. Divenne consulente dell’amministrazione Kennedy e poi di quella Johnson. Nel 1968 gli fu offerto un lavoro nell’amministrazione Nixon. Per i suoi ammiratori era il brillante architetto della Pax Americana, il grande maestro di scacchi. Per i suoi detrattori e persino per alcuni amici ed ex dipendenti, era vanitoso, cospiratore, arrogante e irascibile, un uomo capace di elogiare un collaboratore di primo piano come indispensabile mentre ordinava all’FBI di mettere illegalmente sotto controllo i suoi telefoni di casa per verificare se stesse rilasciando notizie alla stampa.
Fu uno dei protagonisti indiscussi dei bombardamenti in Cambogia durante la guerra del Vietnam. Questi ebbero inizio il 18 marzo 1969, a seguito di una telefonata tra il presidente Nixon e Kissinger, in cui impartì ordini per una massiccia campagna bombardamenti senza distinzione tra obiettivi militari e civili. Ebbe così inizio l’operazione segreta “Menù”, durante la quale 2.756.941 tonnellate di esplosivi furono sganciati sulla Cambogia, rendendola uno dei paesi più bombardati nella storia. Per dare un’idea della quantità di ordigni rilasciati su un solo paese, basti pensare che le forze alleate hanno sganciato poco più di 2 milioni di tonnellate di bombe durante tutta la Seconda Guerra Mondiale.
Tre anni più tardi, quando l’esercito pakistano sostenuto dagli Stati Uniti stava conducendo una guerra genocida nel Pakistan orientale, l’attuale Bangladesh, Kissinger e Nixon non solo ignorarono le suppliche del consolato americano nel Pakistan orientale per fermare il massacro ma approvarono anche le spedizioni di armi al Pakistan, compreso il trasferimento apparentemente illegale di 10 cacciabombardieri dalla Giordania. Il costo umano fu orribile. Almeno 300.000 persone furono uccise nel Pakistan orientale e 10 milioni di rifugiati furono spinti in India.
Alla lista si aggiunge anche Timor Est. Kissinger e il presidente Ford approvarono l’invasione di Timor Est da parte dell’Indonesia nel dicembre 1975, che portò a una disastrosa occupazione di 24 anni da parte di un esercito sostenuto dagli Stati Uniti. I documenti declassificati rilasciati nel 2001 dall’Archivio della Sicurezza Nazionale indicano che Ford e Kissinger erano a conoscenza dei piani di invasione con mesi di anticipo ed erano consapevoli che l’uso di armi americane avrebbe violato la legge. Durante questo conflitto più di 100.000 persone sono state uccise o sono morte di fame, anche se alcuni ritengono che i numeri siano più alti.
Dopo la sua carriera politica, Kissinger fondò Kissinger Associates, una società di consulenza che ha influenzato le relazioni tra grandi multinazionali e governi. Continuò a scrivere e consigliare ogni presidente americano da Nixon in poi, fino alla sua morte.
Era una persona che agiva senza rimorsi, portando all’estensione della guerra fredda di quindici anni e la guerra del Vietnam di sette solo per mascherare i suoi fallimenti diplomatici. Se n’è andato a 100 anni con le mani sporche del sangue di tre milioni di persone, come scrive il suo biografo Greg Grandin.
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