di Alessia

Lo Yemen potrebbe essere ad un passo dalla pace. 

Sembra un evento surreale per il paese, che dal 2014 è vittima di un conflitto armato guidato dall’Arabia Saudita, che conta 380 mila morti oltre che la peggior crisi umanitaria mai registrata. 

In questi 8 anni sono innumerevoli i soprusi a cui è stato sottoposto il popolo yemenita, protagonista di una guerra fatta di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.

Già nel 2022 era stata concordata una tregua durata due mesi mediata dalle Nazioni Unite, che includeva nell’accordo il cessare di tutte le operazioni militari offensive. Ciò nonostante, nei mesi di “tregua” sono state 938 le vittime registrate.

Il mese scorso, la delegazione diplomatica saudita, si è recata nella capitale yemenita per discutere dell’accordo di pace con i ribelli Houthi. L’incontro è stato possibile grazie alla mediazione dell’Oman, stato negli anni fermo sostenitore della risoluzione pacifica del conflitto.

Nell’incontro si è discusso di temi importanti che hanno stabilito un’immediata tregua seguita dal progressivo ritiro delle truppe straniere dal paese.

Il piano saudita prevede il termine della guerra e l’avvio al processo di ricostruzione dello yemen nella fase di transizione post-bellica.

Si è parlato di limitare le restrizioni imposte ai porti yemeniti, per consentire l’arrivo di merci e beni di prima necessità e la ripresa dei commerci con il resto del mondo. Anche la riapertura dell’aeroporto internazionale di Sana’a è in agenda. Ciò consentirebbe, fra l’altro, a migliaia di persone di poter viaggiare per ricevere cure mediche adeguate. In una catastrofe umanitaria estremamente complessa, le misure economiche sono in primo piano. È necessario che l’Arabia Saudita convinca il governo di Aden a riprendere subito il pagamento degli stipendi di tutti gli impiegati pubblici, anche nello Yemen settentrionale. Da anni sono stati bloccati e per molte famiglie rappresentano l’unica forma di sostentamento. È uno degli elementi che ha portato l’80% della popolazione a una dipendenza totale dagli aiuti internazionali.

Secondo Human Rights Watch, per affrontare efficacemente la tregua, le Nazioni Unite dovrebbero considerare di prendere atto contro l’impunità dei sauditi tramite un meccanismo investigativo internazionale per definire, una volta per tutte, i responsabili delle innumerevoli violazioni dei diritti dei civili, gli unici che dovrebbero beneficiare di questa tregua.

La prima dimostrazione di pace è iniziata con uno scambio di prigionieri tra sauditi e ribelli Houthi, avvenuto a pochi giorni dai colloqui tenuti a Berna, dove è stato discusso il piano per il rilascio. Sono 900 i detenuti rilasciati, che potrebbero rappresentare un concreto segnale della risoluzione diplomatica del conflitto in Yemen.

Dove questi piccoli passi verso la pace porteranno però, è ancora tutto da vedere.