di Alessia
Il primo gennaio 2023 l’Eurozona ha inaugurato un nuovo ingresso tra i membri dell’Unione e nell’area Schengen.
É stata la Croazia ad abbandonare la propria moneta sovrana per introdurre la moneta Euro, diventando il ventesimo stato membro che già nel 2013 entrava in Unione Europea.
Proprio in quell’anno, il Governatore della Banca Centrale Croata, avanzava dichiarazioni ben chiare rispetto al futuro della Nazione, convintissimo che la Croazia avrebbe tratto solo vantaggi dall’ingresso in Eurozona.
I preparativi alla Zecca croata per l’inizio del conio dell’Euro erano iniziati già ad agosto, sotto stretta osservazione da parte del primo ministro Andrej Plenković, che già sottolineava quanto la nuova valuta e il suo design avrebbe rappresentato a pieno la storia e la tradizione monetaria Croata.
I festeggiamenti organizzati nei valichi di confine, iniziati nella mezzanotte del 1 gennaio 2023, non sono mancati a Zagabria, dove la prima esultanza del traguardo dell’austerità è stata proprio quella della presidente della Commissione UE von der Leyen.
Rispetto alle vecchie generazioni, nettamente più scettiche, in particolare sono i giovani croati a cadere nella trappola e a vedere in questo nuovo inizio un’opportunità soprattutto lavorativa, credendo nella favola dell’economia forte, sperano in salari più alti rispetto a quello medio che ammonta intorno ai 1000 euro.
A comprare la fiducia dei primi, ci ha pensato Plenković, che ha promesso aumenti e sussidi approvando una riforma per la previdenza sociale del paese e riformare il sistema pensionistico fallace presente che ha ridotto in povertà quasi il 60% dei pensionati.
Le ultime notizie, ci raccontano come la gioia della transizione sia durata assai poco, insieme alle promesse fatte dal primo ministro croato, che in agosto aveva dichiarato sarebbero stati minimi gli aumenti dei prezzi.
A pochi giorni dal cambio valuta, a stroncare l’aria di festa sono stati i primi picchi di rincari ingiustificati, i quali hanno causato un forte tumulto da parte di chi ha visto aumentare del 20% il prezzo dei prodotti alimentari.
Il premier Plenlović ha tacciato come colpevoli i commercianti, accusandoli di sfruttare l’adozione dell’euro per alzare i prezzi, violando la legge.
Un film già visto nel 2002 proprio in Italia. A pochi giorni dalla sua introduzione, le condizioni della fascia di popolazione meno abbiente croata vengono già messa a dura prova.
L’entusiasmo per questa notizia è ben poco. Un piccolo Stato con un tasso di disoccupazione già pari al 20,9%, un tasso di inflazione pari al 3,3% che si associa a una moneta comune molto più forte della Kuna, anche questo ha l’aria di sembrare il remake di un film già visto: quello sulla Grecia.
Anche questa, si prospetta essere l’ennesima guerra persa da uno stato privato delle sue armi di politica monetaria.
La Croazia apre le porte al 2023 con l’adesione alla schiavitù del sistema di cambi fissi e all’Europa senza frontiere.
Pronti per il prossimo economicidio?
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