Ogni generazione nel tempo ha caratteristiche ed un’identità diversa. A partire dal secondo dopoguerra con il rapido sviluppo della tecnologia e della globalizzazione, i giovani sono stati cresciuti in un mondo globalizzato in continuo cambiamento.
Ciò è vero sia a livello materiale, basti pensare che una playstation 5 con la realtà virtuale sarebbe sembrata fantascienza ad un ragazzino degli anni 70, che a livello spirituale e sociale.
Sono cambiati i valori, per la nostra visione tradizionale chiaramente in negativo. Però non dobbiamo ragionare come retrogradi (i cosiddetti boomer) altrimenti ci si stagna in una palude invalicabile e si viene tagliati fuori dalla realtà.
La globalizzazione, la grande mano del “mondo moderno”, ha agito anche sulla cultura giovanile.
Ora non vogliamo entrare nella dinamica dei complottismi e nelle dietrologie, ma è oggettiva realtà che nella scena musicale giovanile i nuovi cantanti rapper/trapper immigrati di seconda generazione stiano guadagnando molto successo.
È vero che, a differenza della maggior parte dei loro colleghi europei, questi hanno veramente esperienza di strada. Ciò li porta a far leva sul bisogno dei giovani di avere come punto di riferimento una figura forte, ponendosi come favoriti per ricoprire quella carica.
Naturalmente il sistema, avendo provato in tutti i modi a devilirizzare l’uomo Europeo, li ha aiutati.
Il mondo è una continua lotta per la selezione naturale. La gioventù attuale (eccezion fatta dei giovani ribelli che combattono ogni giorno contro tutto questo pagando con denunce e perquisizioni) se continua con questa condotta borghese, debole e passiva, ha già tracciato il futuro dell’Europa, ovvero il caos.
Noi che siamo contro il fatalismo, invece dobbiamo cavalcare i tempi, usare l’onda della globalizzazione (a livello sociale e culturale) per trasmettere il vero valore del ragazzo Europeo.
Di cosa parliamo? Dell’eroismo dei giovani camerati ucraini che combattono pagando con la vita contro l’invasione della propria terra; delle lotte di tutti i camerati Europei nelle strade delle loro città, che pagano con la galera.
È questa visione del mondo che deve essere “globalizzata” per le nuove generazioni e diventare il faro di chi non accetta questi tempi bui. Non possiamo rinchiuderci dietro i confortevoli confini nazionali. Dobbiamo creare legami, in tutta Europa e nel mondo, globalizzare la nostra Idea, che nasce per essere universale.
Commenti recenti