Di Vittorio Carli e Filippo Castaldini

L’inverno sta arrivando ma a Kiev c’è quasi aria di Primavera. Ora il nemico è indietreggiato, anche ad est. Dalla difesa ad ogni costo si è passati ad una nuova fase. C’è chi la chiama avanzata, chi intravede una vittoria, ma per qualcuno è prima di tutto vendetta.

Incontriamo Bohdan Khodakovsky in una località segreta in periferia. Comanda un piccolo esercito di volontari, tutti giovani sotto i trent’anni, molti dei quali già veterani.

Si chiama “Battaglione Revanche”, vendetta appunto, e per simbolo si sono presi il teschio col pugnale degli arditi italiani della Grande Guerra.

Figlio d’arte, inizia giovanissimo il suo percorso di militante politico nelle file del Partito Conservatore di cui presto ne diventa leader carismatico. Arresti e repressione sono passaggi obbligati per Bohdan e i suoi camerati divenuti, allo scoppio della guerra, volontari nelle schiere del Battaglione. In questi anni, l’opposizione al governo, alla lobby lgbt e alla sinistra globalista sono state per lui e molti altri nazionalisti una “palestra” di affinamento politico e ideologico, andando a temprare non solo la volontà ma anche l’approccio militare e alla politica ora divenuto necessità di combattimento.

Sul suo braccio campeggia un fascio littorio mentre sull’altro è impressa la scritta “me ne frego” segno indelebile di un amore per l’Italia e per la sua storia che può sembrare per qualcuno curioso ma che non è ovviamente casuale.

In Europa sono in molti a credere che stiate combattendo una guerra per procura qui in ucraina? È una nuova guerra americana?

A coloro che in Occidente credono erroneamente che combattiamo per la NATO e gli USA, possiamo dire questo – stiamo principalmente lottando per la sopravvivenza, questa è la motivazione primaria, perché per la Russia, l’Ucraina in quanto tale, non esiste. Esiste un mito sulle nazioni sorelle e un mito caricaturale sugli ucraini, la verità è che i russi non accettano l’identità ucraina, e quindi il loro scopo è l’annientamento della nostra nazione e dei suoi rappresentanti. Tutto questo ora lo vediamo anche nella pratica perché, per esempio, nelle città ucraine occupate gli omicidi di massa di chi non collabora hanno raggiunto la scala del genocidio.

In più la maggior parte di coloro che sostengono l’integrazione europea, l’adesione al blocco della Nato o la protezione degli interessi degli Stati Uniti come motivazione primaria si trovano attualmente fuori dall’Ucraina.

Sono fuggiti soprattutto in Europa e si nascondono in confortevoli città tedesche. In Ucraina è stato inventato un termine speciale per questo “Difesa territoriale di Monaco di Baviera”, visto che a Monaco ci sono un gran numero di uffici di organizzazioni e fondazioni che sponsorizzano la sinistra ucraina. I loro veri delegati sono fuggiti lì. Non sono disposti a sacrificare nulla, perché il loro benessere personale e, si potrebbe dire, i valori degenerati della classe, sono per loro di primaria importanza. Sostituiscono la sovranità, il patriottismo, il nazionalismo e tutto il resto con questi valori. La maggior parte dei liberali o della estrema sinistra ha lasciato il territorio dell’Ucraina, mentre la maggior parte della destra, cioè le persone patriottiche, stanno prendendo parte a questa guerra.

Ma è innegabile che questo conflitto sia diventato un conflitto tra due potenze, c’è una terza via che l’Ucraina potrebbe seguire?

Si ma c’è ben altro. Non credo che questo conflitto possa essere letto solo alla luce di questo confronto tra forze politiche diverse, tra visioni diverse. Ci sono molti significati contemporaneamente.

Da un lato, geopoliticamente, questo è un scontro tra Occidente e Oriente, qui si intersecano gli interessi di USA e Russia, come si intersecano gli interessi di molti leader regionali che vogliono combattere per l’egemonia. Per quanto riguarda l’Ucraina, per noi questa è una guerra di liberazione nazionale, che ha unito persone di opinioni politiche diverse. 

L’ideologia russa oggi ha un approccio completamente postmoderno. Un mix di costrutti utilizzati tutti assieme alla bisogna. Per alcuni è la solidarietà internazionale della Russia multiculturale, per alcuni è il mondo russo e l’imperialismo, per alcuni è la restaurazione dell’Unione Sovietica, per alcuni è il sogno di un nuovo stato socialista, per alcuni è il separatismo in Ucraina, ecco perché ci sono così tante opinioni politiche. Per noi questa è una guerra di liberazione nazionale, e tanto basta. 

Più che seguire una terza via noi speriamo che i cambiamenti in Europa e nel mondo occidentale siano tettonici dopo la questa guerra, e per questo è necessaria una certa internazionalizzazione del conflitto. Altri paesi dovrebbero essere coinvolti, il fronte dovrebbe espandersi il più possibile, e questo avrà un’influenza così grande sull’Europa moderna che le vecchie formazioni come la Nato e l’UE perderanno la loro rilevanza e un nuovo blocco dell’Europa orientale vedrà la luce. Un “nuovo patto” basato ideologicamente su opinioni conservatrici, patriottiche, cristiane, ecc. Questa è la strada per cui stiamo lottando, questa è la grande idea e l’obiettivo che ci motiva. Non solo per proteggere la nostra terra e la nostra casa, ma per costruire una nuova formazione sulle rovine dell’Unione Europea e sulle rovine della Federazione Russa.

Ma cos’è l’Europa per voi?

Per me l’Europa è Mito. La bella ragazza che è stata rapita da Zeus, trasformato in un toro. La summa di tutto il bello che è stato inventato dalla civiltà bianca occidentale – l’arte, la scienza e, chiaramente, i valori. Questa bella ragazza, che personifica queste cose preziose, è l’Europa. Chi è degno di essere come Zeus e di conquistarla è chiamato europeo. Fuori dalla retorica se parliamo dell’Europa occidentale moderna, possiamo vedere quanto invece siano potenti i processi di degrado, quanto ci si sia allontanati dalla bella immagine dell’Europa dei cavalieri, delle gesta eroiche. Dunque oggi l’Europa è prima di tutto un’idea.

L’Ucraina si arrenderà mai? Quali sono le condizioni dell’Ucraina per un possibile cessate il fuoco?

No. L’Ucraina non può arrendersi, anche se tutti noi morissimo qui. Questo è l’archetipo della rivoluzione ucraina, si manifesta con forza diversa e in diverse dimensioni nel corso della storia, ma non può esserci tregua. 

L’unica condizione è la riconquista dei territori ucraini, una rivoluzione nazionale in Bielorussia, l’insurrezione di movimenti nazionali e religiosi sul territorio della Federazione Russa e la completa distruzione del regime imperialista russo.

La Russia è per noi come Cartagine per Roma, ne può esistere solo una, o loro o noi. Pertanto, la tregua potrà prevedere una sola condizione cioè la capitolazione russa.

Dall’Europa perché dovrebbero continuare ad aiutarvi.

Non credo che gli europei ci debbano qualcosa e non credo che nessuno debba qualcosa a nessuno. 

Ma se sei un giovane patriota avventuroso in cerca esperienze, che ama la storia, allora l’Ucraina è attualmente la parte del mondo in cui puoi immergerti nell’avventura, trovare camerati, impressioni e ispirazione. Insomma, la ruota della storia, lo sguardo di Dio è attualmente sulla nostra terra, se vuoi essere nel corso della storia e assorbire questa potente energia, dovresti visitare l’Ucraina.