di Bologna
È notizia di qualche giorno fa che il parco di divertimenti di Gardaland ha rifiutato di rinnovare il contratto di lavoro stagionale ad una ragazza per via dei contenuti per adulti che avrebbe pubblicato su OnlyFans. Già di per sé la notizia ci sembra abbastanza normale, un’azienda rivolta principalmente a minori e famiglie ha deciso di privarsi della collaborazione di una lavoratrice salita agli onori della cronaca per pubblicare proprie foto erotiche. La cosa ci suona tutt’altro che strana.
Non sono mancate chiaramente le rimostranze di Ilaria, ragazza di 25 anni e laureata in arredamento e design, che ha ammesso candidamente in un’intervista al corriere che i clienti del parco cominciavano a riconoscerla e che, convocata in direzione, ha fatto notare alla dirigente che se non avessero voluto che continuasse a svolgere il suo “secondo lavoro” avrebbero potuto alzare lo stipendio. Un atteggiamento decisamente strafottente per chi ora lamenta ai quattro venti di non poter più lavorare per il grande parco divertimenti.
Di per sé Ilaria non avrebbe neanche tutti i torti, nel suo tempo libero è liberissima di fare ciò che le aggrada per arrotondare lo stipendio, ci mancherebbe. Il fantastico castello di carta delle sue giustificazioni però crolla proprio quando la ragazza ha affermato che “la voce si era sparsa” sul suo lavoro di ‘Sex worker‘.
Diciamo questo con cognizione di causa perché Ilaria, ragazza totalmente nella norma dal punto di vista fisico e che per sua stessa ammissione faticava a decollare sulla piattaforma di contenuti per adulti, è salita agli onori della cronaca quando ha cominciato a rilasciare interviste a Fanpage e Zona Bianca che l’hanno quindi lanciata al grande pubblico.
La voce si è sparsa dunque, certamente, ma semplicemente perché la ragazza non si è lesinata di sbandierare ai quattro venti e su grandi piattaforme di divulgazione i propri contenuti.
Il piagnisteo vittimista poi assume tutto un altro tono quando veniamo a conoscenza del fatto che la ragazza, con i soldi di OnlyFans, ha potuto acquistare addirittura un cavallo, con conseguenti elevati costi di mantenimento. Tutto il contrario, insomma, della povera giovane che per campare non aveva altra scelta che vendere le immagini del proprio corpo.
Non dubitiamo che Ilaria diventerà l’ennesima paladina dei diritti femminili infranti da una società patriarcale e maschilista che le impedirebbe, guardate un po’, di fare un lavoro a stretto contatto con bambini e minori che potrebbero riconoscerla come “Quella che il fratellone guarda sempre in mutande!”
Un appello ci sentiamo di fare a tutte coloro che la pensano come Ilaria: del vostro corpo potete fare tutto ciò che volete, ma non pretendete di venire ad insegnare a noi come dovrebbe funzionare una società giusta, perché voi, in quel caso, vi limitereste a fare ciò che già avete imparato benissimo, svendervi.
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