Di Andrea
Il modello di società nel quale siamo immersi e che ora si trova in una condizione di cambiamento e radicalizzazione di determinati aspetti (maggior controllo individuale, soppressione di molte libertà ecc…) si può inscrivere nel processo di affermazione nel corso della storia di diverse istanze tra cui principalmente il neoliberismo e il postmodernismo filosofico portato avanti dal ’68 francese, il quale ha influenzato profondamente lo sviluppo della storia corrente, osservando come una grande numero di personalità confacenti a quella sfera di valori abbiano ricoperto o ricoprano posizioni di rilievo.
Una genealogia completa ed esaustiva della nascita di questi fenomeni richiederebbe tempo e difficili analisi, si possono d’altro canto sottolineare degli aspetti interessanti. Il neoliberismo può essere visto come una naturale evoluzione del liberismo classico, affermatosi per determinate contingenze storiche e politiche intorno agli anni ’70 del secolo scorso, portando ad una stretta connessione il capitalismo e la tecnoscienza con gli effetti disastrosi che vediamo oggi.
Ciò che emerge è come certi aspetti presenti nel nostro tempo, come diritti civili a tinte arcobaleno, individualismo assoluto, attacchi alle identità possono essere ricondotti agli stessi paradigmi di quella ragione liberale che ha colonizzato prima la sfera dell’economico per poi conquistare ogni aspetto della nostra vita. La riflessione filosofica postmoderna, sviluppatosi nell’intemperie culturale del maggio francese, nella quale si sono sviluppati originariamente queste tematiche si lega in realtà alle stesse fondamenta con ciò che si professava di negare. Autori come Foucault, Deleuze, Lyotard, Derrida e in parte Baudrillard hanno portato avanti delle concezioni funzionali all’apparato economico ora vigente. Senza entrare nello specifico, generalmente si osserva una dissoluzione del soggetto e una sfiducia assoluta in qualunque tipo di senso storico con un’erosione completa in una pluralità di teorizzazioni di concetti come Stato, società, storia, essenza e identità.
La dimensione soggettiva viene vista soltanto in un aspetto negativo, così come quella storica. Vengono sviluppate teorizzazioni che incarnano perfettamente le istanze del liberalismo classico, metabolizzabili dalle dinamiche di mercato. Queste visioni hanno portato alle concezioni che permeano la società odierna: soggezione e dissoluzione completa del soggetto, scomparsa di una dimensione storica, assenza di una finalità che unisca e definisca l’uomo con la sua comunità e in generale una continua caduta verso la sfera del privato. Una riflessione che si credeva antisistema e rivoluzionaria in realtà ha aperto ancora di più il campo al dominio delle leggi di mercato sull’uomo, un frutto della ragione liberale, nel suo soggettivismo più radicale, che non è altro che espressione avanzata del capitalismo più sfrenato.
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