Nati sull’onda lunga della fascinazione pubblica per Greta Thumberg, i “Fridays for Future” sono scioperi studenteschi coordinati a livello internazionale su questioni climatiche e ambientali. Almeno in teoria. Se non sorprende nessuno che questo genere di mobilitazioni trovi maggiori sponde in un’area progressista e genericamente di sinistra, il grado di contaminazioni e di infiltrazioni dei centri sociali e di una sinistra più estrema è sicuramente più alto di quanto ci si potrebbe inizialmente aspettare.
Emblematico di questo “dirottamento” da parte dei centri sociali è la tappa anconetana del global strike andata in scena venerdì 23 settembre. La manifestazione è diventata presto un pretesto per un attacco politico alla Regione Marche per la gestione della recente alluvione. Un attacco che sembra dipendere soprattutto dal colore del governo regionale, il quale – dopo anni di egemonia di centrosinistra – è guidato dal centrodestra, con Fratelli d’Italia che ha espresso il governatore Francesco Acquaroli.
Una strumentalizzazione dell’emergenza che è avvenuta già a poche ore dai fatti, con il centro sociale di Senigallia, Arvultùra, in cui si colpevolizzava l’amministrazione comunale dell’esondazione del Misa. Amministrazione anch’essa di centrodestra dopo anni di dominio incontrastato del centrosinistra. Un comunicato di tenore simile era stato poi pubblicato dalla pagina Facebook di Fridays for Future – Ancona, corredato dalla foto dell’Arvultùra allagato usata anche dal centro sociale.
L’opera di sciacallaggio mediatico è andata avanti con uno striscione esposto il 19 settembre, con su scritto: “A.A.A. Amministrazione comunale cercasi – Fratelli d’Italia disastro nazionale”. Al di là dell’opportunità o meno di un’azione simile in una situazione ancora di emergenza, lo striscione ci offre la possibilità di fare alcune considerazioni. Non sta a noi difendere il partito di Giorgia Meloni, ma il richiamo a Fratelli d’Italia è quantomeno curioso, infatti il sindaco di Senigallia appartiene ad una lista civica e l’assessore regionale che si occupa dell’emergenza è di Forza Italia. Insomma, alla guida di Comune e Regione ci sono alleanze composite, indicare come responsabile Fratelli d’Italia tradisce una preoccupazione prettamente politica, magari in vista delle elezioni del 25 settembre. Senza contare che Comune e Regione sono in mano al centrodestra da appena due anni.
Il punto di arrivo di questo percorso è stata proprio la manifestazione di ieri, 23 settembre. Punto di ritrovo era infatti il palazzo della Regione Marche. Nelle informazioni dell’evento pubblicato su Facebook troviamo lo stesso comunicato dell’Arvultùra. Ripercorrere tutti i legami social fra la pagina di Fridays for Future – Ancona e le pagine dei centri sociali marchigiani sarebbe un lavoro lungo. A semplificare le cose è un post di Fridays for Future – Ancona, uscito una volta terminata la manifestazione, in cui vengono citati fra gli altri Spazio Autogestito Arvultùra, Collettivo Corto Circuito Jesi, Falkatraz-Csa Kontatto. Le ricondivisioni dell’evento di ieri non riguardano soltanto la provincia ma tutta la Regione. Troviamo quindi i principali centri sociali marchigiani, come lo Spazio Autogestito Grizzly di Fano, il Csa Officina Treninino 211 di Porto San Giorgio, il Csa Sisma di Macerata, o l’Officina popolare di Civitanova Marche.
I legami con la politica non si fermano qui, ma vanno a toccare anche quella più istituzionalizzata. Scorrendo la pagina troviamo infatti, ad un evento di giovedì in preparazione della manifestazione, Francesco Rubini, consigliere comunale di Ancona, eletto con una lista di estrema sinistra.
La manifestazione di venerdì è stata caratterizzata da un gesto piuttosto scenico. I manifestanti hanno hanno imbrattato di fango i muri esterni del palazzo della Regione, scrivendo sempre con il fango “buffoni”, “merde” e altri commenti simili indirizzati all’amministrazione regionale. Sono seguiti anche alcuni attimi concitati con dei funzionari della polizia presenti sul luogo. Tra i volti più o meno noti, parrebbe essere presente – almeno dalle foto disponibili sui social – anche Nicola Mancini, esponente storico dell’Arvultùra e di quello che fu il Mezza Canaja, un uomo di più di cinquantanni e professore liceale la cui presenza sembra abbastanza fuori luogo in una manifestazione di studenti.
Insomma, non un bello spettacolo vedere una cariatide della politica cittadina sfruttare i più giovani per le proprie rivendicazioni. I Fridays for Future si inseriscono in una frattura generazionale, con i ragazzi che si sentono derubati del proprio futuro dalle generazioni precedenti. Un’opposizione che spesso viene vissuta in maniera fin troppo semplicistica, ma di cui ci sentiamo in qualche modo parte. La nostra è una generazione perduta. Viviamo in un tempo senza storia. Non avremo i privilegi di cui hanno goduto i nostri genitori, ma veniamo trattati come degli inetti. Paghiamo colpe non nostre. Viviamo in un mondo soffocante di consumismo e conformismo che ci hanno cucito addosso e poi si chiedono “perché non vi ribellate?”:
Questo rancore, questa voglia di riprendersi il futuro sono sani e legittimi. Perché allora lo lasciamo in mano a chi ne è causa? I centri sociali non sono quelli che sono fuori dal sistema, ma sono coloro che vorrebbero ancora più sistema.
Se vediamo più da vicino come l’Arvultùra – anche in quanto centro sociale della città più colpita dall’alluvione: Senigallia – si sia messo alla testa di Fridays for Future – Ancona troviamo sempre più del torbido. Lo squilibrio delle reazioni fra la situazione di oggi e quella dell’alluvione del 2014 dimostra quanto la preoccupazione alla base delle contestazioni sia più legata al particolare che all’universale, alla sopravvivenza del proprio gruppuscolo che a quella del pianeta. Se ripeschiamo i post pubblicati in occasione dell’alluvione del 2014 troviamo al massimo qualche timida critica, per lo più rinfacciata all’allora ministro Lorenzin. Al contrario, né l’amministrazione comunale né quella regionale avevano subito chissà quale bordata. Non a caso entrambe erano a guida Pd. In più, l’Arvultùra aveva ricevuto il proprio spazio proprio dall’allora sindaco Mangialardi. Se spostiamo, invece, lo sguardo alla Regione, la giunta Acquaroli in due anni ha stanziato più fondi per il dissesto idrogeologico di quanto fatto in tutti i cinque anni precedenti. Insomma, il problema non è di certo il clima.
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