di Bologna
Abbiamo la sfortuna di vivere un periodo di forte disgregazione dei valori naturali e tradizionali in tutta Europa. Negli ultimi anni l’ideologia “Woke” è sgattaiolata fuori dalle cupe aule degli intellettualoidi americani per infiltrarsi in ogni aspetto della vita sociale degli abitanti dell’Occidente; questo, c’è da dirlo, con la connivenza spesso delle istituzioni.
Ecco dunque che alla nuova ideologia del pensiero unico si è provato ad adeguare anche la storia dei nostri paesi, con risultati a dir poco imbarazzanti per chi un minimo quella storia l’ha studiata.
Prendiamo un esempio concreto? Nel libro edito nel 2018 “Anche Superman era un rifugiato” ci risulta sconvolgente una frase in particolare che parlerebbe di Enea come di “[…] un immigrato giunto in Italia su un barcone.”
Tralasciando il fatto che lo stesso Virgilio si rivolterebbe nella tomba nel vedere così storpiata la figura del mitico eroe viaggiatore, oggi andremo a riscoprire l’antico mito di Dardano e della sua discendenza e capiremo quindi perché la frase sopra citata è una sonora stupidata.
Partiamo da Enea dunque, principe troiano e valoroso combattente, che prima Omero e poi Virgilio ci raccontano essere discendente della grande stirpe dell’eroe Dardano.
Se affondiamo la nostra ricerca in un tempo arcaico e ben precedente alla stessa guerra di Troia scopriamo che Dardano nacque da Zeus e dalla pleiade Elettra nella località di Corito, nei pressi della città etrusca di Tarquinia. Già da qui possiamo quindi capire che Enea fu tutt’altro che un rifugiato giunto in Italia per caso ma che in questa terra coltivasse le sue radici originarie.
Divenuto un valoroso capo militare, Dardano guidò i suoi seguaci in un mitico e pericoloso viaggio verso l’Asia minore. Il mito ci racconta che giunto sull’Isola di Lemno, situata nel mar Egeo proprio nelle vicinanze della città di Troia, prese come sposa Myrina o Batiea. Il dettaglio sulla ragazza presa in moglie è tutt’altro che superficiale: Myrina è infatti il gentilizio della famiglia proprietaria di una tomba etrusca rinvenuta proprio a Tarquinia. Nel mito dunque, come più volte ci siamo trovati a verificare, c’è sempre anche un fondo di verità; in questo caso una verità che conferma le origini Italiche della stirpe di Dardano.
Dardano giunse poi sulle coste dell’Anatolia dove fondò la città di Dardania e generò un figlio di nome Erittonio dal quale discesero poi le stirpi di Priamo, il famoso re, e di Enea che ricordiamo essere un suo parente prossimo.
La storia di Dardano è la conferma mitologica di un’antica usanza dei primi popoli Indoeuropei ovvero le ‘Primavere di Marte‘. In queste Primavere, trattate molto bene da Adriano Scianca nel suo “La nazione fatidica”, interi gruppi di giovani guerrieri abbandonavano la tribù d’origine sotto il lume del dio della guerra per avventurarsi nella scoperta e colonizzazione di nuove terre fertili e magari disabitate.
È plausibile pensare che proprio grazie a queste migrazioni ‘di guerra’ l’Italia visse la sua fioritura incredibile di popoli agguerriti e molto simili gli uni agli altri (Umbri, Piceni, Latini…) e tutti, non è un caso, estremamente devoti alla divinità Marziale.
Il mito di Dardano si inserisce perfettamente in questo fenomeno storico arcaico e traccia un legame profondissimo di sangue tra i popoli Italici e quello Troiano che Omero ci ha narrato.
È grazie alla storia di Dardano che trovano quindi un senso le parole che il giovane Enea rivolse a Didone, regina di Cartagine:
“Cerco la PATRIA Italia,
la culla della mia razza
discesa dal sommo Giove.”
Tutto il contrario di quello che dovrebbe essere il discorso di un immigrato, non trovate?
Proprio a Tarquinia, Enea troverà un alleato da contrapporre ai suoi nemici in Italia in Tarconte, signore etrusco della città. Qual è il motivo che avrebbe spinto un forte signore italico a dare appoggio ad uno straniero giunto sulla sua terra indebolito da un lungo viaggio? La risposta è sotto i nostri occhi: Tarconte riconobbe in Enea un conterraneo, un discendente di Dardano, della stirpe di Giove ed Afrodite.
Ecco quindi che le radici del nostro paese sono diventate decisamente più cristalline. Da Enea nascerà la stirpe di Roma che dall’Italia partirà per dominare il mondo.
Ma Roma non fu mai generata da un “immigrato” come vorrebbero oggi farci credere. Roma, tanto devota al dio Marte, in fondo è sempre stata li nelle terre del Lazio e del centro Italia e nel sangue dei loro abitanti, anche di quelli che giunsero su navi mal ridotte dopo una feroce guerra durata dieci anni.
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