Di Clara

Quando crediamo come esseri umani di essere gli esseri viventi più intelligenti del mondo e superiori ad ogni altra creatura, dovremmo mettere i piedi per terra e “volare basso”. Abbiamo di certo innumerevoli doti, ma non sempre uniche nel nostro genere.  Ad esempio, la capacità di tenere il tempo quando si canta o si suona una canzone si crede che sia una prerogativa esclusivamente umana: ebbene non è così. 

Diversi animali, in particolare gli uccelli, usano la musica per comunicare tra di loro e saper mantenere il giusto ritmo, ovvero la corretta alternanza tra suoni e pause. Fino a poco tempo fa, questo studio sul tempo degli animali era un progetto relegato all’ambito di un laboratorio. Adesso, grazie allo studio di un gruppo dell’università di Austin, in Texas, si sono osservate per la prima volta le capacità ritmiche di un uccello direttamente sul campo, in questo caso si tratta di un piccolo uccellino: Microcerculus marginatus. Appartenente alla famiglia Troglodytidae, quella degli scriccioli, esso vive nelle foreste tropicali del Centro e Sud America. 

I risultati degli studi sono impressionanti, questa piccola creatura sembra tenere il tempo con una precisione migliore di quella di un’artista. Ciò che hanno potuto constatare è che 10 uccelli su 23 (più del 40%) hanno tenuto il tempo alla perfezione, facendo crescere le pause di circa 0.5 secondi a ciclo e riuscendo a “tenerle” anche quando arrivavano ai 10 secondi di lunghezza (vale la pena notare che, in contesti di laboratorio, gli stessi uccelli fanno fatica a reggere pause di più di 2 secondi).

In particolare, due di questi dieci si sono rivelati più precisi di quanto lo sono stati i musicisti professionisti che si sono cimentati con la stessa canzone: questi confronti sono stati possibili perché le registrazioni dei canti sono state messe a disposizione online per chiunque volesse confrontarsi con gli scriccioli. Ovviamente, non tutti gli esemplari studiati hanno mostrato lo stesso grado di precisione: quelli che hanno sbagliato a tenere il tempo, si legge nello studio, sono con ogni probabilità esemplari più giovani che stanno ancora imparando.

Insomma, una bella lezione di umiltà per le capacità dell’essere umano.