Di Sembe
Partiamo dall’altra parte del mondo…
Dalla fine della guerra civile cinese dello scorso secolo conclusa con la vittoria del maoismo e il rifugio delle forze nazionaliste sull’isola di Taiwan che i venti di quello stretto di mare, separano non solo due coste ma due nazioni e due visioni del mondo apparentemente differenti (sì lo sappiamo che comunismo e capitalismo sono la faccia della stessa medaglia soprattutto se parliamo della Cina ma di questo se ne è già parlato).
Fatto questo sintetico ripasso di storia oggi sentiamo di continuo dichiarazioni da parte degli uomini di potere cinesi di avere la volontà e l’intenzione di riannettere l’isola nei confini della Repubblica Popolare.
Dichiarazioni solo per battere i pugni sul tavolo dei rapporti internazionali o sotto c’è veramente la possibilità di un’azione militare? Dall’invasione dell’Ucraina, che nessuno si aspettava di concreto e di tali dimensioni il mondo è cambiato, ora che ci si sta dirigendo verso un mondo multipolare come dichiarato dal presidente russo Putin di recente, le minacce di azioni delle Potenze globali sono da prendere sul serio.
Aerei caccia da guerra cinesi che violano lo spazio aereo di Taiwan non è nulla di nuovo e come abbiamo riportato più nel dettaglio in uno dei nostri ultimi articoli la Cina ha varato una nuova portaerei, denominata Fujia (nome della provincia che dà la faccia a Taiwan). Ora la Cina conta tre portaerei, non ancora al livello degli Stati Uniti ma comunque un altro tassello che si aggiunge alla forza militare cinese.
Cosa può interessare a noi europei ci si potrebbe chiedere?
Risposta ciò che succede dall’altra parte del mondo avrà conseguenze anche sul nostro continente. Siamo schiacciati da una parte dal vecchio Zio Sam che ha fatto di tutto per riportare la guerra in Europa e che non vuole perdere i suoi vassalli (Taiwan) in oriente.
Dall’altra parte le nazioni asiatiche stanno crescendo e sono intenzionate a togliere quest’ultimo dal trono di Re del mondo.
Chiaramente l’Europa per colpa della sua debole classe dirigente rischia il collasso (soprattutto economico con la crisi delle materie prime) e diventerà la carne da macello del futuro conflitto tra Americhe ed Asia.
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