di Tommaso
Maggio, per gli appassionati di sport, ha diversi significati: i campionati di calcio finiscono, i playoff della NBA, la stagione dei motori entra nel vivo, e inizia la prima delle tre grandi corse a tappe, il Giro d’Italia.
Il Giro, come di consueto, inizia appena due settimane dopo la chiusura della stagione delle grandi classiche di primavera, dalla Milano-Sanremo, la classicissima nostrana, anche se ultimamente un po’ criticata da atleti e addetti ai lavori, fino al gran finale nell’inferno del Nord, con il Fiandre e la Parigi-Roubaix a precedere la Liegi-Bastogne-Liegi.
Purtroppo, come accade ormai da qualche anno, l’Italia non riesce ad essere protagonista in queste corse, con il successo che manca dalla vittoria di Alberto Bettiol nel 2019 al Giro delle Fiandre, e più in generale manca regolarmente nella batteria dei favoriti ormai da quasi due decenni.
La situazione in vista della Corsa Rosa non è molto differente, Vincenzo Nibali si è per anni messo sulle spalle il peso di una nazione intera, vincendo due volte il Giro, una volta il Tour e una volta la Vuelta de España, ma ormai prossimo allo spegnere 38 candeline è più che lecito non aspettarsi granché in una gara dura e logorante come il Giro d’Italia.
I favoriti sono tutti stranieri, mancano i due assi del ciclismo contemporaneo, Tadej Pogacar e Primoz Roglic, che hanno ancora una volta preferito il Tour de France al Giro (con il primo, bi-campione in carica della corsa d’oltralpe, che ha dichiarato di voler partecipare alla corsa italiana nei prossimi annI), ma a darsi battaglia ci saranno il Simon Yates, favorito della vigilia, Joao Almeida, campioncino portoghese già maglia rosa al Giro qualche anno fa, il campione olimpico Richard Carapaz, vincitore del Giro nel 2019 e deciso a bissare il successo, e il francese Romain Bardet, eterna promessa del ciclismo francese, forse incompiuto ma apparso in grande forma nell’ultimo mese.
Se potrebbe sembrare che l’Italia non sia protagonista è perché non si considera il più grande avversario di questi atleti, il percorso.
Quasi interamente su suolo italiano (la partenza sarà, per motivi di sponsor, da Budapest) i corridori dovranno affrontare la corsa più dura, più dura anche del Tour de France che gode di maggior prestigio.
I primi tre giorni saranno su suolo ungherese, poi al rientro in Italia, alla quarta tappa, i corridori dovranno scalare l’Etna, scenario di grandi battaglie come quella, ormai lontana più di 10 anni, fra Contador e il compiano Michele Scarponi.
Se di solito il mezzogiorno regala poche emozioni a livello altimetrico, quest’anno il Giro passa anche, nella nona tappa, da Passo Lanciano e sul Blockhaus, a chiudere una prima settimana durissima.
Dopo una seconda settimana senza grosse difficoltà, la terza sarà quella decisiva per questo giro d’Italia: verranno affrontare le Alpi da ovest ad est, con passi storici come il Mortirolo a fare da giudici per questa edizione della Corsa, prima del gran finale a Verona, anche questa scelta inedita rispetto al solito finale a Milano, sede della Gazzetta sponsor principale del Giro d’Italia
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