Di Cippa

Stiamo vivendo la crisi più totale del sistema scolastico, per non parlare di tutto il resto, nel nostro paese. Il tipico professore, magari compagno e frustrato, strizza gli occhi e dà addirittura la colpa a Gentile (è capitato davvero) ma dimentica le riforme che hanno completamente distrutto le scuole, dimentica che un sistema fondato oltre un secolo fa doveva subire delle evoluzioni che i successori non hanno saputo attuare.

La crisi del sistema scolastico la vediamo ora con la Didattica a Distanza, con la Maturità svolta secondo condizioni date a malapena da poche settimane, dalla condizione assurda dell’Alternanza e dei Pcto, ma in fondo nelle classi tutto procede? È questa la domanda più importante. Perché se nelle aule si procedesse ad un’educazione seria ed efficace il resto dei problemi sarebbero solo di contorno. Se così fosse in effetti, spesso quando parliamo con qualcuno, ci saremo trovati il classico soggetto che ci guarda e scuotendo la testa dice «La scuola non è solo questo…» come se non sapessimo a cosa attaccarci per lottare. La realtà dei fatti però è che si può ben rispondere con un sonoro «… e pure il resto fa schifo!».

Questo degrado si evince anche dai problemi dell’insegnamento sterile e nozionistico di materie essenziali come la Storia, giustamente analizzato in un precedente articolo qui sul sito, o magari della Geografia: i ragazzi della mia età, in quinta superiore spesso non sono in grado di elencare le province della loro stessa Regione! Non sanno orientarsi nella propria città, non sono consapevoli del fatto che se segui “Via della Chiesa” stai andando verso una chiesa, non riescono a trovare punti di riferimento, sono nel panico se restano senza cellulare per orientarsi, non riescono più a chiedere informazioni ai passanti.

Non sono battute, non è inutile allarmismo, ma la realtà dei fatti. La maggioranza dei ragazzi non è stata cresciuta con i più basilari concetti della sopravvivenza.

A scuola viene propinato il terrore per il famigerato Curriculum, viene insediato nei cuori dei ragazzi il «Quando sarete nel mondo del lavoro…». Tutte cose utili certo, ma credo secondarie al fatto di saper uscire di casa senza cellulare. La risposta di alcuni potrebbe essere: «È compito delle famiglie, non delle scuole insegnare certe cose ai ragazzi». Tuttavia, poi si pensa come prioritario insegnare alle elementari cosa sia l’orientamento sessuale perché «la famiglia ti influenza troppo, può reprimere.».

Ragazzi che al quinto anno di superiori sanno scrivere in italiano corretto, non sono in grado di cercare un termine in un vocabolario è realtà. L’analfabetismo sta ritornando sotto una forma differente, quella dell’analfabetismo funzionale, che si traduce nell’incapacità di tradurre le informazioni che riceviamo, specie quelle in forma scritta. È incredibile pensarlo ma questa forma di analfabetismo copre il 28% della popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni, numeri tra i peggiori in Europa.

Stiamo andando alla deriva, stiamo naufragando verso scogli acuminati. Il sistema scolastico deve essere rivoluzionato e con lui sia il metodo di insegnamento che i docenti stessi. Non si può più permettere che venga data la colpa a Giovanni Gentile, non si può tollerare lo stillicidio della scuola attraverso riforme che rovinano sempre più il futuro dei giovani italiani. La Rivoluzione della scuola ha bisogno di essere animata e noi abbiamo il dovere di essere la voce che la canterà.