di Bologna
La feroce guerra che ormai da giorni divampa alle porte orientali della nostra Europa sicuramente tiene costantemente impegnati i nostri pensieri. Inutile far finta di nulla, siamo costantemente bombardati da notiziari e mass media che ci tengono aggiornati sulle sorti del conflitto, inoltre il massiccio uso che l’uomo occidentale fa dei social network non può far altro che incentivare questo aspetto, permettendogli di raggiungere notizie in tempo reale e sicuramente meno filtrate di quelle che può propinargli un telegiornale chiaramente indirizzato politicamente.
Ovviamente, manco a dirlo, all’altissima attenzione mediatica sulla vicenda si è aggiunta la solita fastidiosa retorica del cittadino medio, troppo assuefatto al parlare e poco avvezzo al silenzio. Infatti già a poche ore dall’inizio della guerra, su Facebook e Instagram erano già impazziti i commenti di gente schieratasi per l’una o per l’altra parte, ovviamente schieratasi solo a parole, perché di fatti in concreto a sostegno delle idee che si sbandierano se ne vedono sempre troppo pochi.
È il solito vizietto della nostra società borghese insomma: tante parole e zero fatti, mentre sul fronte stiamo assistendo a gesti di coraggio e solidarietà a cui il nostro continente ormai non era più abituato, nelle confortevoli case del cittadino Europeo l’unico sforzo che viene compiuto è quello atto a premere compulsivamente dei tasti per digitare pensieri banali, senza alcun background culturale e informativo e di cui soprattutto, diciamolo pure senza remore: NON FREGA NULLA A NESSUNO.
Non si vuole qui farne una questione di geopolitica, chiaramente nell’idea che ogni persona porta avanti possono esserci simpatie per questo o quello schieramento, ma è il modus operandi dell’uomo medio che deve essere superato perché, a prescindere da come la si pensi, c’è una guerra e la gente muore.
La fiera dell’ignoranza e delle banalità invece anche in questa occasione ha riscosso il suo tributo, fatto di un becerissimo tifo da stadio sulla pelle di persone e fazioni che neanche si fa la fatica di studiare, di comprendere, di analizzare prima di dar fiato alle trombe.
Mentre qui ci si gasa o si inorridisce guardando i video dei bombardamenti e scrivendo le peggiori scemenze, sperando di racimolare qualche like e sentirsi di conseguenza un affermato politologo, i giovani Europei dovrebbero prendere ad esempio invece il coraggio di uomini e donne Ucraini, che per puro amore per la propria terra e per la propria identità sono corsi a migliaia, se pur impreparati, ad imbracciare le armi, o esercitano resistenza passiva di fronte all’esercito nemico. Questo significa forse considerare automaticamente i soldati russi come dei mostri calati dall’Est per scatenare l’Apocalisse? NO. Sono ragazzi, in alcuni casi giovanissimi, che servono il proprio paese e sono convinti di agire nel giusto e per un’Idea che si erge al di sopra della loro stessa vita.
In che modo quindi un adiposo borghese seduto su una bella poltrona di Ikea davanti ad uno schermo può permettersi di giudicare, di sparare sentenze, di sentirsi parte di un conflitto per cui non sta correndo il minimo rischio al contrario di quei giovani?
Tornare ad un senso di decenza, di contegno e soprattutto abituarsi nuovamente a mantenere il silenzio deve essere la nostra priorità in queste situazioni. Dobbiamo essere consapevoli che chi combatte merita rispetto e, più di ogni altra cosa, non merita le chiacchiere futili degli sfigati annoiati sul web.
Lasciamo pure che si sprechino parole ma lasciamolo fare agli altri, chi ha il vanto di aver scelto una vita all’insegna del nostro simbolo non può cadere nello stesso gioco.
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