Roma, 18 febbraio – Oggi migliaia di città italiane sono state invase dalla caricatura del Presidente della Repubblica Mattarella nei panni di un famoso personaggio Disney, il Sir. Biss di Robin Hood. È la provocazione del Blocco Studentesco, che con irriverenza vuole prendere in giro un’intera maggioranza.
Non sono passati nemmeno quindici giorni dall’insediamento di Mattarella ma il trambusto delle “quirinarie” sembra essersi già dissolto. Dopo i giorni convulsi delle elezioni, fatte di toto-nomi e toto-fallimenti, ci siamo ritrovati alla sua rielezione bulgara (è proprio il caso di dirlo). Dopo tante speranze e bei sogni, da chi ci vedeva bene Draghi (a quanto pare sta bene su tutto) a chi voleva la Casellati (troppo presa a scrollare la sua bacheca), la politica italiana ha dato di nuovo prova della sua migliore qualità: l’autoconservazione.
“In questi giorni – inizia la nota di Sergio Filacchioni, responsabile nazionale del Blocco Studentesco – abbiamo ascoltato parole eloquenti ed elogi sperticati di Mattarella il ‘magnanimo’, che come un novello Cincinnato torna dai suoi orti per salvare la Repubblica. Niente di più falso, ovviamente. Questa narrazione è comoda a sostenere l’ennesimo commissariamento della politica italiana, voluto tanto dalla maggioranza quanto dall’ormai ‘fu’ opposizione, sciolta come neve al sole al ricomparire della folta chioma bianca sul colle. Mattarella non è il salvatore della Patria e nemmeno un Re, come potrebbe far credere qualche critico del prossimo settennato. Non ci sarà un Mattarella il Terribile, ma solo un lento strisciare e bisbigliare accanto al vero Re: Mario Draghi, saldamente ancorato al suo trono e ai suoi tesori. Come nella favola disneyana di Robin Hood, al quirinale ora non siede il leone, ma un prodigo quanto subdolo consigliere serpente, pronto a fare di tutto per il suo padrone, perfino umiliarsi”.
“Abbiamo assistito – continua la nota – all’incoerenza di un uomo che armi e bagagli già in mano, ha fatto dietro front per tornare al suo posto e garantire al governo Draghi un nuovo periodo di pace e stabilità. Nonostante la pochezza di spirito e spessore del suo primo settennato, ormai è nell’olimpo costituzionale della storia Repubblicana per aver salvato il governo delle banche, nel solco già tracciato da Napolitano. In lui non c’è nessun esempio da seguire, nessun faro per i giovani, solo la figura patetica e cristallizzata del fallimento della democrazia parlamentare. Specialmente, nessuna novità: lo stesso brodo riscaldato e propinato ancora e ancora”.
“Mentre la politica continua ad essere delegata ai tecnici – conclude la nota – parti della società muoiono pezzo dopo pezzo: lavoro, scuola, tempo libero. Tutto è in vendita, tutto costa di più. Tutto è depredato, perfino il nostro tempo a scuola, assicurato al lavoro più che allo studio. Mentre i tanti, troppi sceriffi di Nottingham sorvegliano, riscuotono e reprimono. ‘Una risata vi seppellirà’ diceva qualcuno: è una promessa da parte dei giovani, dei violenti, dei poveri diavoli che sono rimasti all’angolo e non si sentono più rappresentati da un sistema di potere dannatamente persistente. È la promessa dei temerari che con spirito allegro si fanno ancora beffe di voi”.
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