Di Alberto
Nella crisi fra Russia ed Ucraina e, di riflesso la Nato, c’è un fronte ignorato dai media nostrani ma che rappresenta una vera e propria spina nel fianco per l’alleanza atlantica.
Il cosiddetto Suwalki Gap o varco di Suwalki, ossia il confine che separa Polonia e Lituania ma anche il lembo di terra che separa l’oblast di Kaliningrad (territorio della Federazione russa) dalla Bielorussia di Lukashenko, alleata di Mosca. Poco più di cento chilometri separano l’exclave russa da Minsk e questo fatto preoccupa non poco il comando della Nato.
Secondo gli analisti, in caso di conflitto, basterebbe poco alle forze russe per ricongiungersi tagliando di fatto fuori i paesi baltici dalla Polonia e di conseguenza dal resto dei paesi dell’alleanza, segnando per loro una rapida capitolazione. Le continue esercitazioni delle forze russe in territorio bielorusso non fanno che aumentare il timore delle repubbliche baltiche che, attraverso l’OSCE, hanno avanzato richieste alla Bielorussia sulla natura delle manovre nel suo territorio. Le forze militari in territorio bielorusso sono ingenti, fra batterie missilistiche, elicotteri e carri armati.
Il timore degli analisti è che con gli occhi puntati sull’Ucraina, la Russia continui a rafforzare il settore a ridosso del confine settentrionale dell’alleanza spingendo i paesi dell’area a cercare sempre più garanzie nei confronti della Nato. Nel complesso comunque un’invasione russa con il fine di ricongiungere l’oblast di Kaliningrad è altamente improbabile, considerando anche che una mossa del genere provocherebbe l’appellarsi all’articolo 5 dell’alleanza.
Il varco di Suwalki rappresenta comunque un luogo da monitorare con attenzione avendo un altissimo profilo strategico per entrambi i fronti. Vitale per la Nato e per le repubbliche baltiche per evitare di essere tagliate fuori, lo è altrettanto per la Federazione Russa per continuare a mettere pressione sul fronte settentrionale.
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