di Cippa
Si respira aria di rivolta, aria di un popolo in lotta che si dimostra vivo e pulsante. Unione di ideali, una storia di italiani uniti in un porto che sembra letta nei libri di storia del Rinascimento. Migliaia e migliaia di lavoratori e studenti, madri e padri, intere famiglie unite da una lotta per un’idea comune: la libertà.
Attenti “regnanti” fintodemocratici, attenti banchieri ed usurai perché assieme a queste migliaia di anime si sentono i versi di Ezra Pound sussurrati dalla Bora di Trieste. Si avverte nell’aria il crescente grido del popolo italiano finalmente unito, che non accetta più di chinare così la testa.
Il vostro lasciapassare verde ci toglie i diritti che ci spettano? Per l’ennesima volta ci mostrate l’irrealtà della vostra sporca e marcia utopia? Noi in cambio vi mostriamo come si arresta la macchina del Capitalismo quando dal basso si smette di stare alle vostre regole. Noi vi mostriamo come l’uomo non è ancora sostituibile dai vostri freddi ingranaggi.
Al Molo 7 la moltitudine ferma e decisa in una calma carica di potenza pronta a diventare azione si è sentita. Sta ai “regnanti” ora decidere se riconvogliare questa energia nel lavoro garantendo all’economia e al mercato di continuare a progredire o se farle continuare a tenere fermo il perno che muove la ruota.
Noi eravamo lì, popolo italiano che lotta secondo le regole che ci avevano imposto e loro stessi avevano promesso di rispettare quasi cent’anni fa. Retaggio dei nei nostri padri, fieri cittadini che lottano.
Le proteste di Trieste e di tutta Italia sono la voce di anni di scontento che si sono realizzate nella definitiva lotta contro l’ennesima limitazione, l’ennesima menzogna del Governo.
I portuali non si sono fatti prendere in giro, hanno deciso di mantenere la calma della forza tranquilla mantenendo la protesta pacifica ma determinata, evitando che individui esterni facessero il gioco del potere e rovinassero tutto ciò che è stato costruito con la fermezza e la volontà. Il popolo ha dimostrato di essere stufo dei tentativi da parte dello Stato di rendere la sua voce una fuffa. Noi siamo l’Italia e il nostro grido non può più essere ignorato.
La protesta è stata importante, gli italiani si sono uniti e hanno mostrato che possono essere ancora forti come un tempo.
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