Di Luca

Il 22 Aprile 2021, con il Decreto Legge n. 52, è stata introdotta la subdola misura del Green Pass cioè il codice QR che attesta l’avvenuta vaccinazione, guarigione dalla malattia o l’esito negativo di un tampone.

Già da subito l’idea, per altro proveniente dall’Unione Europea, puzzava ma era difficile credere che si sarebbe arrivati a tanto. Già dal primo lockdown sono sorti enormi problemi per lavoratori e partite IVA, scuole ed università. Già allora era facilmente intuibile che si stesse utilizzando l’emergenza sanitaria come una scusa per incrementare il controllo sociale.

Le contestazioni, iniziate dalle “mascherine tricolori”, si sono inasprite sempre di più con il progredire delle restrizioni ed hanno via via coinvolto una fetta sempre più grande della popolazione, per poi infine esplodere in tutta Italia a seguito dell’annuncio dell’obbligatorietà del green pass sui luoghi di lavoro.

Le ultime grandi manifestazioni hanno raccolto assieme italiani di ogni schieramento, vaccinati e non vaccinati, lavoratori e imprenditori, studenti, tutti al grido di «No green pass!», contestando questo governo aguzzino e reclamando il sacrosanto diritto al lavoro.

Insomma, non importa di che schieramento si faccia parte o se la cosa tocchi direttamente il singolo, le piazze sono ricolme di italiani che finalmente protestano a nome di un Popolo, che ha per larga parte compreso che non è più una questione di partiti, non si parla più di destra/sinistra/centro. Il problema è l’intera classe politica, che ha tradito la sua gente e l’ulteriore calo dell’affluenza alle urne delle ultime elezioni ne è la prova.

Chiaramente bisogna discernere le manifestazioni anche in base al contenuto, non tutte sono realmente apartitiche ed altre incentrano i propri temi esclusivamente sulla questione sanitaria (perdendosi in strani complottismi farmaceutici dei quali non si entrerà nel merito), ma non sulla questione politica come dovrebbe a nostro avviso essere fatto.

Questo genere di proteste non si fa quindi mancare il pieno di personaggi stravaganti, fuori dalle righe o con le idee decisamente confuse che spesso vengono intervistati e sfruttati per screditare queste piazze per nascondere la disperazione di migliaia di connazionali senza guida e gettati nelle grinfie di un governo corrotto che venera il dio denaro.

La piazza romana dell’ultimo fine settimana ne è il perfetto esempio. Parte dei partecipanti, infatti, si è scagliata contro la sede nazionale della CGIL, che in risposta ha prontamente indetto per il weekend successivo una manifestazione nazionale facendo squillare le potenti sirene dell’allarme al Fascismo, puntando le dita su qualche militante forzanovista.

Peccato che nonostante l’enorme lavoro che stanno le emittenti principali per rifilare la solita narrazione della trama nera, i social ed i filmati parlino chiaro. La rabbia proveniva proprio da quelli che questi sindacati dovrebbero tutelare: i lavoratori.

«Quando il partito è in difficoltà, ricompattalo con l’antifascismo» diceva Togliatti, ma sembra che il tutto sia abbastanza sfuggito di mano, dato che proprio ieri a Milano, davanti alla camera del lavoro si sono riuniti i comunisti di rifondazione, partito comunista ed altre sigle proprio per insultare i membri della CGIL gridando «I Fascisti siete voi!» [A questi ragazzi però diciamo di non esagerare, non è molto lusinghiero venire accostati alla CGIL – n.d.r.].

Se chi di dovere pensava quindi che il giochetto dell’orda nera potesse spostare l’attenzione dall’imbarazzante linea portata avanti dal sindacato e scagliare i lavoratori gli uni contro gli altri dividendo le piazze, fino ad ora non sembra aver funzionato più di tanto.

Ciò non ha comunque impedito ai soliti noti di cogliere l’occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa, portando avanti istanze quando mai più distanti dalle necessità degli italiani, chiedendo lo scioglimento dei “Movimenti che si rifanno al Fascismo”. Il tutto includendo inevitabilmente anche Casapound e varie altre realtà che in tutto ciò non centrano niente.

Se ciò non bastasse a sottolineare quanto sia grottesco tutta questa situazione aggiungiamo in ultima battuta quanto sia incredibile il tempismo con cui è esplosa la bomba mediatica dell’assalto alla sede del sindacato, preceduta di pochissimi giorni dall’inchiestona sulla “Lobby nera” di FDI targata FanPage e andando a scalare poi varie altre di queste notizie. Sarà mica un caso che tutto questo avvenga proprio in periodo elettorale e che la manifestazione contro i fascismi, organizzata in tempi record, sia stata indetta per il 16 ottobre, giorno seguente all’entrata in vigore dell’obbligo di possesso del Green Pass per i lavoratori?

Pensano veramente che con la crisi che si creerà fra dipendenti assenti, le conseguenti tensioni in azienda, farmacie sature, tamponi mancanti ed esiti degli stessi in ritardo gli italiani avranno il per stare dietro alla favoletta antifascismo? Ce lo dirà solo il tempo.