Di Sembe
Agosto 2021, questo mese verrà sicuramente ricordato nella storia per la rapidissima e inaspettata “riconquista” talebana dell’Afghanistan e per la perdita della faccia degli USA. Però, mentre da settimane tutti gli occhi del mondo sono puntati su Kabul e soprattutto sui diritti delle donne afghane (tutto sommato neanche male se si pensa che finalmente si cambia un po’ il pippone rispetto all’eterno covid), si stanno muovendo le acque anche su un altro fronte medio orientale.
Dall’Iran, infatti, è partita una petroliera di Hezbollah con ingenti quantità di carburante in direzione Libano, sfidando così le sanzioni americane, in quanto è stato “imposto” l’embargo per il greggio iraniano.
La notizia potrebbe sembrare come la solita sfida che si sente ai telegiornali nella sezione di geopolitica, risulta però di particolare rilevanza in quanto il Partito di Dio assume la forma di uno Stato sovrano autonomo (organismo che la politica italiana ha dimenticato/ ha voluto dimenticare da troppo tempo), dichiarando che eventuali attacchi alla petroliera avranno una risposta perché la nave è considerata territorio libanese.
Sicuramente significativo anche notare che Hezbollah ha dichiarato che la finalità di questo carburante sarà per il sostegno degli ospedali, ricordiamo infatti l’importante impegno sociale del movimento nel distribuire cibo alla popolazione e servizi primari non garantiti dallo Stato libanese corrotto, il quale ha infatti accettato l’embargo americano in cambio di aiuti economici e militari.
La figuraccia americana in Afghanistan sta cambiando radicalmente gli equilibri della regione, Israele vede il suo storico alleato/braccio armato decisamente indebolito e in ritirata, ciò potrebbe dare nuova forza a tutti quei popoli oppressi per decenni dalle oligarchie d’oltreoceano.
In ogni caso ricordiamo che è Israele a detenere un arsenale nucleare mai dichiarato, quindi il vero pericolo instabile della regione potrebbe non essere chi vuole far credere la stampa.
Vedremo al confine del libano come continuerà la “guerra fredda” che si scalda facilmente grazie al Movimento di Dio. Con la violazione dell’embargo quest’ultimo riuscirà oltre che a rifornirsi di risorse anche a vincere una sfida politica con gli occupanti della regione.
Prosegue quindi la battaglia del sangue contro l’oro. La lotta che conduce Hezbollah fin dalla sua nascita, dalle strade di Beirut all’invasione dei carri armati israeliani dello scorso secolo, dalla guerra in Siria alla guerra delle petroliere.
In una terra preda dei peggiori interessi delle grandi compagnie del dollaro e della sproporzionata oltre che sempre troppo poco citata violenza israeliana. Un popolo che ha trovato nella forza di volontà del non essere mai schiacciati da alcun nemico la spinta per creare una comunità guerriera che faccia da scudo non solo a tutti i musulmani ma anche ai cristiani.
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