Di Alberto
Martedì 3 agosto è stata una giornata di particolari tensioni nell’ area del Mar Arabico al largo delle coste omanite ed emiratine. Tutto è iniziato dalla petroliera Mercer Street, di proprietà di un armatore israeliano, che è stata colpita da un drone causando la morte di un marinaio britannico e di uno rumeno.
L’esecutivo israeliano non ha tardato ad accusare, come sua consuetudine per questo tipo di attacchi, la Repubblica Islamica dell’Iran, inserendo così la vicenda nel più ampio scontro regionale fra lo stato ebraico e il gigante sciita. In seguito al primo incidente si sono diffuse poi, seppur confermate unicamente da intelligence israeliana e britannica, voci su vari altri dirottamenti nell’area a largo delle coste emiratine, nello specifico nei pressi del porto di Fujairah, meta iniziale della Mercer Street per altro.
Inizialmente sarebbero state sei le petroliere fuori controllo, ma quella cha ha destato più scalpore è probabilmente la Asphalt Princess, battente bandiera panamense e che, sempre secondo intelligence britannica, sarebbe stata dirottata da un commando di otto uomini armati, probabilmente paramilitari iraniani. Secondo la stampa israeliana, da fonti anonime del Pentagono, gli Stati Uniti avrebbero inviato una loro nave per monitorare la situazione. In ogni caso sembrerebbe essere stata abbandonata dal commando durante la notte e avrebbe fatto rotta in un porto sicuro dell’Oman nelle prime ore di mercoledì 4 agosto.
Sulle altre navi le ipotesi sono delle più varie e la difficoltà sta nel capire cosa intendano per fuori controllo i siti di tracciamento navali, visto che potrebbe trattarsi anche di una semplice perdita di potenza. Si rincorrono voci su alcune navi, voli di droni a bassa quota ed esplosioni di mine, resta dunque difficile tracciare un’ipotesi chiara e univoca su quanto accaduto in quella zona di mare.
Alle accuse dirette del neopresidente israeliano Naftali Bennet, che minaccia apertamente l’Iran di una rappresaglia, vi è la smentita di ogni accusa da parte iraniana. È interessante notare però la coincidenza fra questi eventi e l’insediamento del neoeletto presidente iraniano Raisi, pupillo della guida suprema ayatollah Khamenei. La coincidenza diventa ancora più interessante se si pensa che il giorno dopo tali fatti siano partiti alcuni razzi dal sud del Libano verso il nord di Israele. Il lancio sarebbe opera di alcune fazioni palestinesi con il benestare di Hezbollah, il proxy più importante dell’Iran nell’area mediorientale.
Sicuramente quindi, il focus nel breve termine sarà vedere l’eventuale (a dire il vero molto più che probabile) risposta dell’esecutivo israeliano, con Naftali Bennet desideroso di non essere da meno del suo predecessore Netanyahu e di conseguenza vedere come si porrà l’Iran del neopresidente Raisi a una risposta israeliana agli attacchi di cui è accusato il suo paese.
Commenti recenti