Di David
Spavaldo e romantico, chi non si è mai imbattuto almeno una volta nel nome di Ezio Auditore da Firenze, protagonista di alcuni titoli della saga videoludica Assassin’s Creed di casa Ubisoft? Personaggio complesso, ben caratterizzato e mai scontato, la storia dell’assassino italiano inizia come una storia di vendetta, finendo invece in qualcosa di molto più grande.
Figlio di nobili banchieri, l’avventura di Ezio inizia, appunto, a Firenze nel pieno del Rinascimento. Testimone della morte di suo padre Giovanni nonché dei suoi fratelli Federico e Petruccio, si vede costretto ad abbandonare la città natale con sua madre e con sua sorella. Raggiunto lo zio Mario, capitano di ventura nonché signore di Monteriggioni, il giovane Auditore viene introdotto alla Confraternita degli Assassini (i combattenti per la Libertà), in continua lotta con l’Ordine dei Templari (intenzionati invece a creare un regime mondiale comandato da loro stessi).
Costretto a forza ad entrare in questa “eterna” lotta, una volta finito l’addestramento, torna a Firenze in cerca di vendetta, finendo suo malgrado coinvolto nella congiura dei Pazzi, nemici giurati della famiglia Medici.
Scoperto però che il suo vero nemico sta nella figura dello Spagnolo Rodrigo Borgia, egli si reca dapprima a Venezia con l’obiettivo di sventare i piani dei templari per poi ritrovarsi faccia a faccia con il Borgia a Roma, diventato ormai Papa.
Deciso di risparmiarlo, Ezio torna da suo zio a Monteriggioni solo per essere attaccato dal figlio di Rodrigo, Cesare Borgia. A seguito di una pesante sconfitta, l’assassino fiorentino si reca nuovamente nella capitale del papato, trovando questa volta la città sotto la morsa dei Borgia. Dopo una lunga campagna di sabotaggio svolta all’interno della città eterna, Ezio poi si sposta in Spagna dove affronterà nuovamente Cesare, avendo però quest’ultima volta la meglio.
Le ultime vicende del personaggio hanno infine luogo a Costantinopoli dove, ormai pieno di domande irrisolte, riesce finalmente a scoprire il suo ruolo nel mondo: quello di essere un tramite per il suo lontano discendente Desmond Miles (che parallelamente sta rivivendo le sue memorie genetiche tramite un macchinario di nome Animus) così da potergli rendere noto il terribile cataclisma che portò alla distruzione di un’antica civiltà ormai perduta. Appreso ciò, le sue parole sono:
“Ho vissuto la mia vita come meglio ho potuto, senza conoscerne lo scopo, ma attratto come una falena da una luna distante. E qui al fine, scopro una strana verità: sono solo il tramite per un messaggio che elude la mia comprensione. Che siamo noi benedetti a tal punto da condividere le nostre storie così? Da parlarci attraverso i secoli… Forse sarai colui che darai una risposta a tutte queste domande. Forse sarai colui che darà un qualche valore a tutta questa sofferenza”.
Soffermandoci su questa sua ultima frase, ci si accorge di come Ezio accetti il suo ruolo di tramite attraverso i secoli. Ci si accorge quindi di come il passato possa essere utile per il presente, di come entrambe queste realtà possano cooperare per salvare il futuro. Egli capisce che non sarà lui il vero protagonista, che il suo ruolo è quello di rendere possibile la vittoria finale grazie alla trasmissione del messaggio e decide di accettare il suo ruolo di custode.
Aldilà però dell’opera di fantasia della Ubisoft, l’Italia è piena di messaggi del passato, basti pensare a questo ci è stato lasciato nella nostra lunga tradizione di poeti, eroi, pensatori ed artisti. Tutti messaggi di un fuoco che attraversa i secoli, dei quali ognuno di noi è tenuto ad essere custode e messaggero, testimoniando e trasmettendo l’identità italiana, nella sua eterna grandezza e gloria.
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