L’Aquila, 15 marzo – “Essere rivoluzione. Socializzazione scolastica ora!“, questo lo striscione apparso nella notte a firma dei ragazzi del fulmine cerchiato per lanciare il nuovo progetto Socializzazione Scolastica, rivoluzionando gli schemi nel dibattito nel panorama scolastico attuale.

“Perché, vi domanderete – inizia la nota del Blocco Studentesco – Perché la scuola è morta. La pandemia e la quarantena hanno dato il colpo di grazia ad un sistema scolastico già da anni malato terminale: tagli, riforme, privatizzazioni, aziendalizzazione degli istituti, infiltrazioni ideologiche, hanno portato al coma profondo della struttura elefantiaca molto prima del virus. La scuola è morta per l’assenza di scopo che è l’unica, vera, malattia del mondo. La didattica a distanza è solo la nuova forma fisica che ha assunto la distruzione dell’educazione pratica, culturale, sociale e spirituale degli italiani”.

“Mentre i governi si susseguono da decenni nella crisi del sistema democratico e parlamentare – continua la nota – mentre il dibattito si polarizza e spacca il corpo e la volontà della Nazione in classi d’opinione, mentre la polemica sull’istruzione verte sul “riaprire” o “non riaprire” le scuole come fossero semplici negozi, di fronte ad un anno didattico socialmente e praticamente distruttivo per gli studenti di ogni ordine e grado, il Blocco Studentesco pone la sua sfida rivoluzionaria“.

Riaprire la scuola? Non riaprire la scuola? No! Rifondiamo la scuola. Noi non vogliamo il ‘ritorno alla normalità’. La normalità è putrescente, avida e pavida. La normalità era già moribonda prima della pandemia – conclude la nota – la normalità, l’abitudine, ci ha portati qui. Se la normalità è la scuola prima della pandemia, fatta di vuota cultura e pedanteria di professorini, meglio chiuderle per sempre. Ci salvi l’eccezione! Torni il particolare! Sì! La parola attiva che cancella per sempre qualsiasi pensiero passivo: noi non chiediamo, bensì noi vogliamo. Con quali risorse rifondare l’istruzione pubblica? Chiederà il pignolo cambiavalute sempre attento a far quadrare il suo tornaconto. Con la risorsa più grande e preziosa dello Stato: Noi stessi. Fondamenta viventi, organiche, volontarie e non meccaniche dell’Italia“.