Di Cippa

Quando si parla di eserciti mercenari e Grecia prima ancora di Archiloco e della Magna Grecia viene alla mente un altro nome legato ad un altro pezzo di storia: Senofonte. Allievo di Socrate, grande storico del periodo delle Guerre del Peloponneso e narratore e membro della grande Anabasi dei Diecimila.

Con l’esempio di questa figura si può capire cosa voglia dire per un Mercenario combattere per cause politiche e patriottiche facendo quello che un soldato di un esercito nazionale non può fare: combattere per un’altra nazione. Ricorda il mercenariato del ‘900 quando truppe mercenarie nel dopoguerra durante la Guerra Fredda si scontravano per esempio in Africa per la Russia o l’America, dove spesso a seconda di luogo e anno l’ideologia del Mercenario si sposava o con il fronte russo o con quello americano. Senofonte prese le parti in una guerra interna dell’Impero Persiano per la successione di un sovrano piuttosto che del fratello.

Esattamente come i due conflitti mondiali del secolo scorso anche le Guerre Persiane hanno dato il via a questioni geopolitiche che hanno a loro volta portato uomini a combattere guerre che all’apparenza non riguardavano le loro Patrie ma nel fondo erano bandiere di Ideali condivisi dalle truppe sovrannazionali che vi hanno partecipato.

Senofonte fu attivo nella politica ateniese sostenendo i Trenta Tiranni, il regime oligarchico che governò Atene nel 404 a.C., e dopo un periodo di esilio a causa della sua posizione politica si unì a Ciro il Giovane nell’impresa di conquista del trono di Persia. Far salire sul trono di un Impero tanto vasto e vicino alla Grecia un pretendente piuttosto che un altro che, probabilmente, in virtù dell’aiuto datogli dai greci suoi sostenitori avrebbe evitato ulteriori attacchi verso la Patria avrebbe potuto essere di vitale importanza. Fatto sta che la condizione in cui si ritrovarono fu drastica: il desiderio di Ciro di eliminare personalmente il fratello lo portò alla morte, fu così che si ritrovarono in 10000 greci sperduti e lontani da casa nel mezzo del vasto Impero Persiano. Anche questo porta alla mente una condizione che potremmo sfortunatamente dire topica per un mercenario: perdere una guerra, ritrovarsi automaticamente dalla parte del criminale in uno Stato nemico dove sarai perseguitato e, oggi, tacciato come criminale di guerra e braccato da ogni dove.

Tornato in Patria combatté al fianco di Agesilao di Sparta contro la sua stessa Atene da cui in seguito fu esiliato, probabilmente per il suo servizio di mercenario con Ciro o per la sua posizione politica coi Trenta Tiranni. Visse in una proprietà datagli dagli spartani tra Sparta ed Olimpia dove si dedicò ad una vita pacifica e prolifica per la letteratura. Questa tranquillità fu spezzata dalla vittoria di Epaminonda di Tebe su Sparta che diede inizio alla breve egemonia di quest’ultima che segnerà l’ultimo periodo di una Grecia Libera di poleis distinte prima dell’arrivo di Filippo il Macedone e dell’Impero di Alessandro.

Senofonte è un esempio lampante di come un mercenario possa combattere per un ideale in guerre che sembrano non riguardarlo, di come possa venire trattato dal mondo e dalla sua stessa Patria per aver combattuto per dei valori e di come il Mercenario non sia un assetato violento in cerca di sangue e denaro ma possa essere un uomo di cultura, uno scrittore, un politico.

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