Di Andrea
Gli ultimi avvenimenti della scena politica italiana ci stanno mostrando sempre più un sistema politico ormai superato e marcio fino alle fondamenta, ci apprestiamo a subire l’ennesimo governo fantoccio e l’ennesimo presidente del consiglio non eletto dal popolo, con i vari partiti istituzionali che fanno a gara per accaparrarsi dei ministri e restare saldamente ancorati alla propria poltrona.
Ciò che risalta più all’occhio è l’incredibile immobilismo politico della cosiddetta opposizione di centrodestra dell’ultimo governo Conte, la quale al momento si trova divisa sulla fiducia al nuovo governo Draghi in via di formazione, riservando diverse perplessità sulla tanto sbandierata unità di visione e facendo a gara per sfilarsi dalle proprie responsabilità.
Il partito guidato da Silvio Berlusconi, che non ha mai nascosto la sua passione europeista, si è dichiarato entusiasta per l’approvazione del Recovery Fund da parte del parlamento europeo a Bruxelles, additandolo addirittura come un “risultato storico”. Forza Italia svolge diligentemente il proprio compito di cane da guardia dei due alleati più vivaci, Lega e Fratelli d’Italia, facendo da ago della bilancia di questa possibile maggioranza nazionale di larghe intese.
La vera “sorpresa” o “plot twist” come direbbero i cinefili, ci è stata regalata in queste ultime consultazioni e sembrerebbe essere la svolta europeista del Carroccio, un partito che ha sempre vaneggiato di sovranità nazionale e che, come tutti ricorderanno, nel 2014 popolava le sagre di paese con magliette “Basta €” e che ora afferma di sostenere un provvedimento come il Recovery Fund il quale non ha nulla a che spartire con una politica incentrata sulla sovranità dei singoli stati.
Matteo Salvini sembra avere come unico scopo quello di entrare in uno di quei governi che ricorderemo forse come l’ultimo atto di una dissoluzione statale definitiva, capitanato da uno di quegli uomini contro cui il leader della Lega ha affermato di combattere durante questi ultimi anni, sempre con meno foga, fino ad arrivare a questa svolta che sembra rivelare la vera essenza del partito di via Bellerio.
Infine l’unico schieramento che sembrerebbe essere rimasto coerentemente in linea alle proprie convinzioni è Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che dopo aver esternato il proprio disappunto dopo l’incontro avvenuto tra Berlusconi e Salvini, ha affermato che il centrodestra non esisterebbe senza FDI.
La posizione del partito ad oggi è quella di una rigida opposizione al governo Draghi, dopo che gli stessi parlamentari hanno declinato la possibilità dell’astensione al voto per la fiducia e inoltre, osservando lo scacchiere politico, sarebbe l’unica opposizione rimasta in parlamento, posizione che potrebbe regalare molta visibilità e possibilità d’azione, inesistente negli ultimi anni. La situazione del centrodestra sembra quindi in bilico e la conseguente alleanza agli sgoccioli.
Per l’ennesima volta si osservano giravolte di partiti, immobilismo politico, staticità e tutto ciò che esiste di più lontano da una concezione di politica intesa spiritualmente come volontà creatrice, azione sul presente e come visione strutturale e strumentale. I partiti (ormai purtroppo considerati) tradizionali si dimostrano legati a logiche elettorali e giochi democratici di palazzo che affossano la possibilità di costruire, di innalzare e difendere la nostra nazione, dal momento che all’unanimità hanno deciso di supportare un liquidatore di stati imposto alla guida dell’Italia.
Attualmente il parlamento è un luogo dove siedono individui che rispondono soltanto a grandi interessi finanziari dove la virtù, l’onore e il coraggio sono banditi lasciando spazio all’incompetenza e alla viltà. La democrazia sta mostrando la sua vera natura e si avvicina al collasso, non è più il momento di restare passivamente indignati e sperare in quel politico o in quel partito, ma è il momento di risorgere e riscattare la nostra nazione.
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