Di Alessia
Nel terzo articolo della serie dedicata al tema Unione Europea ho illustrato contenuti più specifici riguardanti il perseguimento delle politiche applicate dell’unione stessa, al concetto di austerità e emissione monetaria, di banche private, sfatando i due dogmi di tassazione e inflazione.
In questo quarto e conclusivo articolo esporrò invece il modello e la visione di un uomo che fece della sua teoria, concretezza, divenendo protagonista alla fine degli anni ’90 della risoluzione al default installatosi in Argentina, grazie ai principi di intervento pubblico statale, piena occupazione e spesa a deficit positivo.
L’uomo in questione è Warren Mosler, imprenditore e massimo esperto dei sistemi bancari e finanziari, fondatore della Modern Money Theory (MMT), dottrina post-keynesiana, cartalista ed eterodossa, antagonista dell’economia “neoclassica” e capitalistica, nata dalle fondamenta economiche gettate in passato da luminari quali Georg Friedrich Knapp, padre del cartalismo, John Maynard Keynes padre della macroeconomia, Abba Ptachya Lerner economista statunitense, e l’economista Hyman Philip Minsky.
Essa, in analogia al cartalismo, descrive le procedure che riguardano l’emissione monetaria da parte di uno Stato sovrano, e le sue conseguenze, oltre che le interazioni dal settore pubblico a quello privato.
La teoria economica della MMT ha perciò radici in una tradizione economica e di pensiero ben distinta, riassume le basi gettate da questi fondatori di stato sovrano e spesa a deficit.
La MMT ha la virtù oggi di poter mettere a servizio le proprie conoscenze e possedere centri studi prestigiosi in tutto il mondo, Mosler è inoltre professore inviato nei corpi docenti di alcuni dipartimenti di economia universitari in Italia.
Si tratta talvolta anche di una dottrina, enunciata dai suoi affiliati come l’unico strumento esistente di scienza economica e sociale che è in grado di sventare il colpo di Stato finanziario Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista per eluderci dal collasso economico della nostra era, e dunque il fallimento dell’Eurozona, le cui conseguenze verranno riversate irrimediabilmente sui popoli d’Europa.
La MMT è talvolta minimizzata e ridicolizzata dalle élite politiche dominanti, e i suoi membri e portavoce descritti come invasati agli occhi dell’opinione pubblica, ciò perché un’idea carica di nozioni, costruita su fondamenta motivate e attendibili, diviene fatalmente, una controparte temibile.
Mosler sostiene che uno stato creatore della sua moneta, installa benessere collettivo solo con l’atto di emissione monetaria, favorendo il sostegno sociale e garantendo la raggiunta della piena occupazione nazionale, abolendo, come dichiarato da Mosler stesso, la disoccupazione, da intendersi come crimine contro l’umanità, finanziando la spesa pubblica senza incorrere in problemi di inflazione.
La spesa pubblica è dunque finanziata dall’emissione di liquidità da parte dello Stato.
Lo Stato, conformemente alla MMT dovrebbe avere un approccio di finanza funzionale, avendo quindi autorità di imposizione fiscale nell’offerta di spesa pubblica, quindi nello spendere la sua valuta, e provvede ai beni e ai servizi della Nazione, deve perciò agire sulla politica fiscale e porre come principio fondamentale una spesa a deficit positivo.
Secondo la MMT la spesa a deficit può essere sostenuta solo da chi emette moneta, perché solo l’emittente di valuta non è vincolato da problemi di prestiti.
Prima di tassare le famiglie bisogna essere in grado di spendere e creare occupazione per la cittadinanza stessa.
Oggi in Eurozona accade il contrario, i paesi devono tassare e chiedere prestiti per spendere a favore della cittadinanza, seguendo il ciclo economico.
L’adozione di politiche sbagliate ha portato all’impoverimento dell’economia pubblica, ha fatto precipitare gli alti livelli di occupazione e produzione di un’Italia con un passato facoltoso, e ha creato dopo il 2007, secondo i dati Eurostat, 7 milioni di disoccupati e italiani in povertà.
Con il ritorno alla moneta sovrana si ritornerebbe a emettere debito come avviene in Giappone con un rapporto debito PIL al 200% e la più bassa inflazione esistente.
Studiare l’economia, perché se no il Vero Potere se la ride di noi, gli fanno un baffo le manifestazioni e i blog. Studiare, come fecero loro per fottere noi. – [Cit. Paolo Barnard]
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