Di David
Con la fine dei tempi, quando arriverà “il Giorno del Giudizio”, si scioglieranno quattro sigilli, aprendo le porte dalle quali usciranno quattro cavalieri dell’Apocalisse: Morte, Pestilenza, Carestia e Guerra.
Nell’immaginario medievale queste quattro figure sono diventate emblematiche, spesso raffigurate con fattezze spettrali e spaventose. Con il tempo sono a tal punto entrate a far parte dell’immaginario collettivo da comparire in film, telefilm, fumetti e videogiochi.
I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse sono attribuiti a San Giovanni. Quest’ultimo non è il solo ad aver scritto riguardo loro: essi infatti compaiono in due visioni del profeta Zaccaria, identificati come “angeli ispettori” che viaggiano verso i quattro punti cardinali, o nella letteratura profetica di Ezechiele, il quale parla delle cause di morte prematura: guerra, carestia e peste (molto probabilmente corrispondono a tre cavalieri che compaiono nell’Apocalisse), considerati punizione dei peccati e dell’idolatria del popolo ebraico.
Tutti quindi abbiamo sentito parlare di queste mistiche figure protagoniste di svariate opere di intrattenimento, ma chi sono esattamente questi Quattro Cavalieri?
L’interpretazione del primo cavaliere, Guerra, è la più controversa: cavalca un cavallo bianco ed è armato di arco e frecce ed è colui che dai il via all’Apocalisse. Alcuni studiosi lo hanno associato al Bene, il cui compito è fermare la corsa de restanti tre, altri invece lo associano alla guerra di conquista, il militarismo. Viene affiancato anche alla figura dell’anticristo.
Il secondo cavaliere, Pestilenza, è invece di colore rosso ed armato di spada. Il rosso rappresenta il sangue e la spada l’arma con cui gli uomini si uccidono l’uno con l’altro. Il suo compito è quello di togliere la pace e far sì che l’umanità si uccida a vicenda.
Il terzo cavaliere porta il nome di Carestia, è associato al nero e porta con sé una bilancia. Viene spesso considerato una conseguenza della guerra, infatti viene presentato nell’Apocalisse con il sovraprezzo dell’orzo e del grano, prodotti che erano rari in tempo di discordia. Bisogna sottolineare che il valore dell’olio e del vino non vengono specificati, ciò significa che la carestia non colpisce i ricchi.
Con l’apertura del quarto sigillo viene fuori un ultimo cavallo di colore verdastro, che porta sul proprio dorso il cavaliere chiamato Morte, seguito dall’Inferno, la sua figura è associata a quella del dio greco Ade, signore degli inferi. Con questa figura si chiude il capitolo 6 dell’Apocalisse.
I quattro cavalieri dell’Apocalisse sono quindi considerati una punizione divina. Ironico invece pensare come ognuna di queste quattro sciagure sia già presente anche ai giorni nostri, nonostante ci siano organizzazioni come Onu e Ue che vogliono far credere il contrario, eppure gli abitanti dell’Africa, del Medio Oriente e del Sud America non possono dire altrettanto.
Queste figure a cavallo possono quindi rappresentare anche il fallimento di una società globalista che si arricchisce attraverso la guerra, lucrando su carestie e pestilenze (qualcuno ha detto FAO ed OMS?) che causano la morte di milioni di persone.
Commenti recenti