Di Marco

Ebbene sì, mentre nel paese migliaia di persone devono ancora ricevere gli assegni della cassa integrazione, mentre le aziende falliscono, i parlamentari sono chiamati a riunirsi per discutere di una cosa di fondamentale importanza nell’Italia martoriata dal post-Covid. Lo stanziamento di fondi per gli imprenditori direte voi? La messa in discussione dei trattati della UE? Ma no! Non sia mai che il governo parli di argomenti seri, ecco quindi che parla del nulla, ovvero del “pericolo Omofobia.

Ecco quindi che la proposta di legge Zan-Scalfarotto, che è in commissione proprio in queste ore, già da qualche giorno ha scaturito un grottesco dibattito che tanto piace alla nostra classe politica e magari si battessero così quando si parla di disoccupazione o mondo del lavoro!

In breve questa legge si propone di aggiungere piccole postille ad alcuni articoli del Codice Penale, già previsti tra le altre cose dalla Legge Mancino. Per fare un esempio, l’articolo 604-bis verrebbe modificato così: “È punito […] chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi o fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.

Insomma, una postilla che potrebbe sembrare semi-insignificante che però dà l’opportunità ai paladini del pensiero unico di tappare la bocca anche sull’argomento LGBT a tutti coloro che non siano allineati all’ideologia corrente.

Nel dibattito sulla questione è entrata anche la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), che per una volta imbocca la strada giusta e si schiera contro la promozione di questa nuova legge. I vescovi infatti affermano che “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione.

Che dire? Applausi per la CEI che, stranamente, ha centrato il punto.

Inutile dire che è stata immediatamente accusata di bigottismo e omofobia da vari esponenti del mondo della politica e delle associazioni LGBT.

Del resto i metodi per punire violenze e soprusi sulle minoranze in Italia sono già presenti e funzionanti. Nonostante in tutti i DDL proposti si parli dell’emergenza omofobia, i numeri in oggetto sono veramente irrisori: secondo il Ministero degli Interni infatti i crimini riferibili all’orientamento sessuale o all’identità di genere sono solo 212, negli ultimi 8 anni!

Nessuno dice che questi crimini non debbano essere puniti, ma vale veramente la pena farne una questione di Stato spostando l’attenzione da problemi ben più gravi (tipo la più grave situazione economica che il nostro Paese sta vivendo dal dopoguerra)?

L’impressione è che più che punire gli effettivi crimini contro le comunità LGBT, che sono comunque pochi, qui si voglia impostare un modello di pensiero unico tutelato da leggi specifiche che vadano a colpire tutti coloro che non vogliono soggiacere all’unica opinione concessa. Insomma il mondo distopico del 1984 Orwelliano non è poi così lontano.

Ovviamente non potevano mancare le esultanze degli avanguardisti del Politicamente Corretto. Giornali come l’Espresso esprimono il proprio entusiasmo perché “[…] le persone LGBT diventano soggetti vulnerabili” forse non capendo che definire una categoria come vulnerabile, quando ormai da anni vengono stanziati migliaia di fondi pubblici per tutelarla (per non parlare di spazi, luoghi, manifestazioni, libri scolastici) non solo suona estremamente ridicolo ma altresì va a sminuire proprio quella categoria, considerata debole ed incapace di difendersi da attacchi discriminatori che spesso sono solo online e talmente grotteschi da non venire neppure presi sul serio da chi ancora ragiona.

Il bavaglio dell’ideologia dominante in questi giorni si va stringendo con un nuovo laccio attorno alla bocca di chi non intende sottomettersi. Certo, è infiocchettato da belle parole e motivazioni amorevoli, ma rimane sempre un bavaglio opprimente che sta a noi rendere innocuo, evitando di offrire facili e becere sponde a chi ci vorrebbe tappare la bocca e soprattutto ragionando sempre con la nostra testa come si conviene ad una sana gioventù.