Di David
Londra, 2018 – Inizia la diffusione di una malattia, il St. Mary’s virus, che terrorizza la popolazione britannica. I morti sono 100.000, la paura è alta. È in mezzo a questo caos che Adam Sutler, supportato dal partito Fuoco Norreno, assume pieni poteri facendosi elevare Alto Cancelliere. È la fine per la Libertà.
Passano 14 anni, il virus è debellato, la sicurezza è ripristinata, sembra quasi tutto tornato alla normalità. Quasi perché la Libertà ha cessato di esistere: il Fuoco Norreno regna sopra le menti del popolo inglese. È in questo universo dispotico che le vicende di V, guardiano della libertà che si cela dietro una maschera di Guy Fawkes, hanno luogo nel film V per Vendetta.
Il dubbio sorge spontaneo: quanto differisce questo universo distopico dal nostro? Una pandemia che ci obbliga a rimanere a casa, dove il solo uscirne senza il permesso del governo, rappresentato tramite un’autocertificazione, è reato. Un popolo che, dietro un taciturno consenso, si fa privare della propria Libertà. Perché? Chi è il colpevole? È V che, durante una trasmissione non autorizzata nella principale emittente televisiva governativa, ci dà la risposta:
“Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma, ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l’avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso“.
Di privazioni ne abbiamo sentito sparare ogni giorno dopotutto: “Abbiamo deciso di chiudere…“,”la riapertura è rimandata a…“,”…dovete rimanere a casa!”. Abbiamo persino superato le soglie dell’assurdo con proposte come l’app che traccia gli spostamenti dei risultati positivi al virus (e di chiunque altro la scarichi). Ma gli italiani dov’erano quando perdevano giorno dopo giorno la loro libertà? E dove sono ora? A casa, a fare le brave marionette, affidando un taciturno consenso a chi la libertà ne ha fin troppa.
Comprensibile? Sì, perché la paura è normale davanti ad un problema concreto e mortale che dilaga fuori dal portone di casa, dove ora la normalità è un pericolo per noi e per chi ci circonda. Ma comprensibile non vuol dire che sia giusto. Inutile scandalizzarsi quando si guarda la società di V per Vendetta o quando si legge 1984 di George Orwell: ogni governante assume pieno potere con un buon proposito, ovvero la sicurezza.
Dopotutto è di sicurezza che ora più che mai vogliamo sentire parlare. Non del nostro futuro, non della nostra libertà, ma di un mondo più sicuro dalla minaccia esterna, il Covid-19. Siamo disposti a tutto pur di avere un po’ di tranquillità in più, ed è per questo che il premier Conte può fare ciò che preferisce, come prendere iniziative in solitaria come decreti che ammazzano i piccoli e medi imprenditori (e non offrire una soluzione concreta al problema).
Inutile scrivere sui social slogan come La libertà non ha prezzo e poi svenderla subito a causa della paura. Quante volte abbiamo sentito in tv questi giorni che il rimanere in casa in silenzio è sinonimo di grandezza? È forse sinonimo di grandezza rinunciare alla nostra libertà nel nostro omertoso silenzio? Un popolo è grande solo quando canta dai balconi di fronte ad un’Italia morente e senza futuro? La Libertà un prezzo ce l’ha eccome: la sicurezza della sopravvivenza, solo che quando va tutto bene ce lo dimentichiamo e le persone finiscono a fare i buffoni sui social inneggiando a quanto sia inestimabile la libertà e la democrazia.
Eppure far fronte a questo Destino distopico non è difficile come potrebbe sembrare. Perché la cosa su cui si basano il governo Conte (e l’UE), il Fuoco Norreno ed Il Partito di 1984 è una: l’imposizione del pensiero unico. Chi non pensa solo alla pericolosità del Covid, è una persona pericolosa; chi non pensa che l’UE è l’unica alternativa per l’Italia è una persona pericolosa. Insomma, il solo pensiero libero è il peggior nemico. Pensare “No, io mi oppongo!” solo perché un’idea è diversa non vuol dire che sia stupida.
Fare del Covid il nemico pubblico numero uno non porta da nessuna parte: il Corona virus non è né buono né cattivo; è un virus, fa quello per cui è nato. Non è alla cattiveria della pandemia che dobbiamo pensare, perché è solo una distrazione. Importante, fatale, pericolosa, spaventosa, ma comunque una distrazione da ciò che verrà dopo la crisi sanitaria, da cosa ne sarà di noi una volta finita.
È quella la nostra vera battaglia, il nostro vero pensiero: essere diversi dalla folla assoggettata, il voler essere liberi.
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