Di Clara
“Chissà, chissà, domani, su che cosa metteremo le mani?”
Cantava così Lucio Dalla, non proprio l’ultimo dei cantautori e nemmeno paragonabile ad un influencer dei nostri tempi, ma di certo un personaggio scomodo poiché già molto avanti per i suoi tempi.
Non sappiamo cosa ci porterà il domani, né tanto meno quando sarà questo domani. Gli svariati decreti che si succedono in questi giorni tendono a spaesarci, forse proprio volontariamente. Forse solo il tempo ci farà capire chi realmente, in questa guerra nascosta, che non utilizza più armi, ma che genera ancora morti e vittime, si sarà schierato al fianco della Nazione e chi ha voluto lucrarci sopra. Non si parla solo di visibilità, di visualizzazioni o di profitto economico, ma di chi ha disonorato il nome dell’Italia per venderla a un prezzo maggiore, o peggio, per disonorarla.
MES, non MES, azioni corrette o comportamenti sbagliati: è giusto avere un’opinione, ma non bisogna cadere nel qualunquismo di impegnare il nostro tempo in post chilometrici che poco hanno a che vedere con le effettive conoscenze economiche o sanitarie del quale pochi sono realmente esperti. In effetti, ora come ora, non possiamo fare niente. Non possiamo agire.
Per fortuna sappiamo bene che l’azione ha bisogno di due fasi: la programmazione e la realizzazione. Nella programmazione l’individuo in questione si interroga sugli obiettivi e la maniera di raggiungerli. Deve scindere i beni primari da quelli meno importanti. Deve capire di chi fidarsi e di chi dif-fidare. Senza però fare i nomi, ovviamente.
Certo, adesso, pensando che siamo rinchiusi in casa, senza una lira e con zero potere decisionale (forse ci è rimasta solo la possibilità di non mangiare penne lisce per pranzo?), sembra una battaglia persa dal principio. Eppure la storia e il mito sono pieni di imprese le quali, se non si fossero svolte, probabilmente non saremmo più in questa galassia da anni.
I trecento Spartani o Teseo che uccide il Minotauro potrebbero essere oggi quelle piccole aziende che cercano di non cadere nel baratro poiché ormai chiuse da un mese e senza (per il momento) nessun sussidio statale, oppure gli studenti di ogni grado che si ritrovano senza insegnamento, se non con qualche video-lezione, ma che non sanno che da soli possono riscoprire la lettura o le passioni che avevano lasciato ai margini delle proprie vite. D’altronde, anche Dominique Venner lo scriveva nei suoi consigli pratici “Per esistere e trasmettere”, precisamente nel n. 2, di concedersi ogni giorno alcuni minuti di lettura.
“Raccoglietevi, non per fuggire al mondo, ma per costruire le vostre forze e fare il pieno di energia” e continua: “Riappropriarsi un momento per sé. A casa, create una ‘rottura’ con il mondo esterno[…]. Riappropriarsi del silenzio per ritrovare sé stessi. Se ne scoprono presto i benefici”. E questo solo per citare una parte dei sette consigli che l’autore de Un Samurai D’Occidente ha voluto lasciarci (e donarci).
Sembrerà assurdo, ma in queste piccole azioni quotidiane potremmo trovare una soluzione, il nostro filo d’Arianna in questo momento labirintico, o quantomeno prepararci al meglio a ciò che verrà, una primavera di bellezza certamente, ma non proprio (o almeno non solo) tutta rose e fiori.
«”Vi privarono anche della primavera, ordunque?”
“Sì, quell’anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela più”.»
Qual’è l’alternativa? Nessuna, solamente prepararsi al meglio per poter affrontare al meglio un eventuale peggio. A questo proposito qualcuno diceva: “Meglio il pianto di una sconfitta che la vergogna di non aver lottato.“
Non si può rinunciare.
C’è l’Italia da salvare.
Gutta cavat lapidem.
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