No, non è 1984 di Orwell. È il 2019 di Mark Zuckerberg e del bavaglio stretto dal colosso multinazionale statunitense intorno alle bocche (virtuali) di un’area politica ben identificabile. È il 2019 della riscossa antifascista dopo l’anno di oscurità dovuto al governo ‘populista’, del ritorno in auge delle ONG e delle Boldrini che sfilano in trionfo dopo l’ennesimo colpo di stato. Colpo di stato, non ‘inciucio’, una parola che sa quasi di marachella, messa lì a mascherare il volto del più brutale mostro politico che l’Italia ricordi. Finalmente la Raggi, sindaco di Roma per il Movimento 5 Stelle con tendenze partigiane non dovrà più vergognarsi: Roma è pulita, Roma è sicura, Roma ha qualche problemino, certo, ma soprattutto a causa dei fastidiosissimi ed ignoranti romani che ancora si ostinano a viverci. Abituiamo le nostre orecchie alla propaganda di regime, che presto trasformerà gli odiati grillini in amabili compagni e che laverà via i loro peccati come l’indulgenza plenaria. In effetti, ci ha già pensato Papa Francesco a benedire il colpo di stato, a benedire l’immigrazione e a giustificare l’odio politico verso il sovranismo. Sarà lui la guida spirituale di questo moloch che finalmente, dopo anni di abbozzo, vede saldata la più grande alleanza di poteri del globo: sinistra, antifascismo militante, magistratura, Unione Europea, Stati Uniti, ONG, finanza internazionale, Chiesa Cattolica, Facebook… I media mainstream sono già all’opera come servizio di presidio permanente al nuovo (o vecchio) status quo mentre il Sig. Zuckerberg ha dato il giro di vite finale a quest’enorme macchina.
CasaPound Italia e il Blocco Studentesco hanno subito il primo attacco del nuovo regime alla libertà di espressione. Ma non a quella libertà di espressione ipocrita sventolata tutti i giorni dal sistema, ma a quella libertà che è ‘il diritto di dire alla gente ciò che non vuole sentirsi dire’, per usare le parole dello stesso Orwell. Potremmo rispolverare i grandi classici della distopia: da ‘Fahrenheit 451’ a ‘La fattoria degli animali’, da ‘Blade Runner’ a ‘Matrix’ passando per ‘Fight Club’ e ‘L’esercito delle dodici scimmie’. Ma ormai la realtà, qui ed ora, supera di gran lunga qualsiasi fantasia letteraria e cinematografica. Ormai farsi un giro alla stazione Termini equivale a seguire Harrison Ford nel mondo dei replicanti, insomma, basta scendere in strada per capire che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel mondo che ci circonda. Quelli che non lo vedono, o peggio non lo sentono, sono ciechi oppure sono ‘così assuefatti dal sistema, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo’. Ma forse non combatterebbero nemmeno, sarebbe già una reazione attiva, è meglio dire che si farebbero massacrare pur di difenderlo.
Scendere in strada. Qui sta il punto. Involontariamente la grande macchina ci ha dato l’antidoto per vincerla. Si dice che il miglior nascondiglio sia in bella vista: così Big Brother (o Big Mother, o Matrix, o come vi pare…) ha nascosto il suo pulsante di spegnimento lì dove nessuno la vede. Nella realtà. Davanti a tutti, sicuro com’è che nessuno alzerà gli occhi dallo smartphone. Il Blocco Studentesco rinuncia a Facebook e torna sulla strada, nelle scuole, nei quartieri. Non che prima non ci fosse, è chiaro, ma ora sarà l’unico modo in cui trovarci. Se un ragazzo vorrà parlarci dovrà alzare gli occhi ed aprire la bocca, se vorrà incontrarci dovrà muovere il culo per spingere il suo corpo nella sezione più vicina, se vorrà sapere cosa proponiamo dovrà leggere i nostri volantini, ascoltare i nostri militanti, insomma dovrà riattivare i cinque sensi.
Non è facile, vero, ma abbiamo le palle piene delle cose semplici e per tutti. Se c’è una grande menzogna che il mondo moderno ha eretto a dogma e scopo supremo è l’uguaglianza universale. No, non siamo tutti uguali. E non parliamo dell’aspetto fisico o razziale, parliamo dell’attitudine e dello spirito. Il Blocco Studentesco vuole tornare ad essere calamita per gli spiriti liberi, non allineati, che hanno nel cuore quella piccola scintilla che un giorno erutterà nella fatidica domanda: ‘Cosa posso fare?’
Fino a quel momento il nostro messaggio è chiaro. Campeggia in tutte le scuole d’Italia ed è diretto ad ogni ragazzo e ragazza. È un sasso gettato nel grande stagno. Chi vorrà raccoglierne l’onda avrà nel Blocco Studentesco il suo ‘Baluardo di Libertà’. Ma intanto bisogna darsi da fare, quindi: vaffanculo facebook, sapete dove trovarci!
Rassegna stampa:
https://newsmondo.it/chiusura-pagina-facebook-blocco-studentesco/cronaca/?refresh_ce
https://www.prealpina.it/pages/blocco-studentesco-cancellati-da-fb-206094.html
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