di Patrizio
La filosofia di Nietzsche è stata senza alcun dubbio la più dirompente tra il XIX e il XX secolo. Tra le sue concezioni più famose c’è la “volontà di potenza“: l’istinto fondamentale affermativo che guida l’essere umano ad affermarsi e a superare i propri limiti, l’imposizione di un uomo nuovo.
La volontà di potenza non è solo una concezione filosofica, ma anche la forza che – da sempre – anima la storia e la società. È mossa da un sentimento, quello dell’affermazione del sé: diceva il filosofo Hegel che «nulla di grande è stato compiuto nel mondo senza passione».
La volontà di potenza è la spinta che ha portato gli uomini a creare, a innovare e a conquistare. È la forza che ha reso grandi le civiltà e che ha permesso agli individui di raggiungere la loro piena potenzialità.
Dall’Impero Romano a Napoleone, è stata la ricerca della grandezza a dominare il mondo.
Nietzsche vede la volontà di potenza come una forza necessaria per la vita e per la crescita dell’individuo. Gli individui sono tendenzialmente portati ad accettare le convenzioni sociali, ma coloro che riescono ad elevarsi, ad accettare e abbracciare la loro volontà di potenza, sono coloro che hanno fatto la storia.
La volontà di potenza ci invita a rivedere la nostra visione della vita e della società. È l’affermazione del dinamismo e della creatività, piuttosto che come esseri statici e passivi. Prendere il proprio destino in mano e costruire una propria etica d’azione.
La vita come una lotta per la potenza e per la supremazia, piuttosto che come una ricerca della comoda calma e di un falso benessere. È il mito che fonda la consapevolezza di chi ha una visione del mondo rivolta al futuro. È una forza che anima la storia e la società, e che ci invita a essere rivoluzionari, eretici, attivi: l’affermazione di un principio.
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