di Alessia
Il 19 luglio 2024 i giudici della Corte Internazionale si sono ufficialmente espressi nei riguardi del territorio palestinese occupato, esaminando la storia di apartheid israeliana in Palestina che dura da oltre 57 anni.
Lo stesso giorno è stato emesso un parere consultivo di 83 pagine. Esso deriva da una richiesta ufficiale da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite risalente al 2022 nei confronti della Corte internazionale di Giustizia, che chiedeva di considerare le conseguenze legali della politica israeliana nel territorio palestinese.
Secondo la Corte la conclusione è una soltanto: gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, ed il regime ad essi associato, sono stati creati e vengono mantenuti violando le leggi del diritto Internazionale, e perciò considerati illegali.
lo Stato di Israele ha l’obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile, di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati
Ma che valenza può realmente avere questo procedimento?
Israele si dimostra tutt’oggi resistente agli ordini da parte della Corte stessa, ostacolando l’ingresso di aiuti e servizi a Gaza, o talvolta consentendo in parte l’ingresso di aiuti, insufficienti a soddisfare l’enorme necessità della popolazione.
Basti pensare che lo scorso maggio le autorità hanno chiuso il valico di Kerem Shalom e sequestrato quello di Rafah impedendo così l’ingresso degli aiuti umanitari oltre che l’uscita dei civili da Gaza.
In spregio alla Corte mondiale, le autorità israeliane continuano a bloccare da mesi gli aiuti essenziali per la sopravvivenza della popolazione nonostante centinaia di bambini muoiano di fame e carestia sotto gli occhi del mondo intero.
Nel frattempo, in occasione del discorso al congresso di Washington, il democratico Netanyahu ha invitato gli Stati Uniti a rimanere uniti di fronte alla minaccia di Hamas perché la vittoria di Israele sarà anche la vittoria degli USA.
Dal 7 ottobre ad oggi, un leader di Hamas è valso 35.800 civili a Gaza.
Secondo l’ultimo studio pubblicato dalla rivista The Lancet, calcolando inoltre il numero di decessi indiretti, che includono morti dovute a malattie, carenza di servizi e carestia, la cifra dei morti salirebbe a 186.000, il 7,9% della popolazione.
Sebbene i pareri consultivi della Corte Internazionale non siano giuridicamente vincolanti per Israele, potrebbero avere invece enorme autorità morale e legale; l’unica fiducia è che possano diventare parte del diritto internazionale e pesare su di esso.
Questa ad oggi sembra essere la speranza, l’ordine a Israele di mettere fine alla sua offensiva militare, l’ago della bilancia che ancora tiene in bilico un popolo assediato che continua ad opporsi ed esistere nei confronti del regime sionista.
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