Roma, 26 settembre – A poco più di una settimana dall’inizio delle lezioni il Blocco Studentesco è sceso in campo con una mobilitazione che ha coinvolto scuole e studenti di tutta Italia. Al centro delle manifestazioni del movimento il tema centrale di una scuola pubblica che a causa di continui tagli da un lato e un rincaro generale dei prezzi dall’altro, si sta trasformando in un vero e proprio “lusso”.
Suonare la carica
“Il nostro movimento – spiega in una nota Sergio Filacchioni, responsabile nazionale del Blocco Studentesco – ha voluto ricominciare l’anno suonando la carica per tutti gli studenti. Settembre è iniziato sotto i peggiori auspici: un rincaro esorbitante dei prezzi su libri di testo e dotazione scolastica che ha fatto schizzare alle stelle i costi d’iscrizione ed un ritorno in auge del contributo volontario imposto dai dirigenti scolastici come una tassa. Le scuole, che non riescono più a far fronte alle spese, cercano di fare cassa in un modo subdolo, ovvero ritorcendo sulle famiglie le mancanze strutturali di un intero sistema. Non sarà tassando ancora di più i nuclei familiari che si risolveranno i problemi causati da una burocrazia elefantiaca e una rassegnazione cronica delle classi dirigenti di rivolgersi alla scuola con fiducia ed investimento”.
Il dissesto edilizio
“Inoltre – continua la nota – le scuole continuano ad essere al centro di un dissesto edilizio causato dalla non-erogazione di fondi da parte delle Province: i crolli all’Università La Sapienza di Roma degli scorsi giorni sono indicativi di una crisi che va affrontata come una vera e propria emergenza nazionale, istituendo una commissione che abbia potere d’imperio e d’intervento sulle situazioni più a rischio. Il Ministro Valditara dovrebbe perdere meno tempo con i protocolli d’intesa con i partigiani ed iniziare a far muovere il ‘culo pesante’ del Ministero verso la risoluzione di problemi più importanti di Pagliarulo e la sua banda di pagliacci antifascisti”.
Scuola. Pubblica. D’avanguardia
“Vogliamo una scuola pubblica all’avanguardia che sappia offrire uno scudo sociale a tutti gli studenti – conclude la nota – e che non sia più sinonimo di speculazione, sfruttamento gratuito e precariato. Ci troviamo di fronte ad un momento epocale per intere generazioni: da un lato una scuola sempre più privatizzata e disumana, dall’altro un futuro dove gli studenti non saranno più semplici soggetti ma protagonisti attivi di un rinnovamento nazionale. Siamo pronti ad affrontare quest’anno rilanciando la nostra lotta per una maggiore rappresentanza studentesca in seno agli organi collegiali; per l’abolizione della Legge 107 che ha trasformato le scuole in aziende; per un nuovo modello d’istruzione che metta al centro l’idea di partecipazione come strumento di libertà e miglioramento. Il nostro sindacalismo studentesco non farà mai sconti a nessuno“.
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