di Saturno
L’esigenza ambientalista del voler abbandonare sempre più combustibili fossili come fonti di energie in favore delle rinnovabili pone grossi sfide. Il voler utilizzare meno benzina e meno gas andrebbe compensato con un un maggiore utilizzo di energia elettrica per alimentare le automobili e il riscaldamento degli edifici. Per un Paese come l’Italia, che non è energicamente autosufficiente ed ha deciso anche di aderire alle sanzioni contro la Russia, questo è un problema. L’energia elettrica deve pur essere prodotta in qualche modo, e da anni ci viene ripetuto quant’è bella l’energia rinnovabile, quanti sono i vantaggi nel produrre corrente col fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico. Eppure spesso non ci si rende conto dei limiti tecnologici e dei potenziali impatti sociali che l’investimento massiccio nelle energie rinnovabili potrebbe avere.
Per citare un caso recente di cui i media non stanno parlando quasi per niente, è quello di un massiccio progetto di installazione di nuove turbine eoliche in Sardegna. 2.330 nuove turbine su terra e 2.514 turbine su mare. Una quantità enorme di pale eoliche che andrebbe a rovinare, con la loro pesante presenza, i vari paesaggi dell’Isola. Il turismo, come per molte altre regioni d’Italia, rappresenta una parte importante dell’economia regionale sarda, e rovinare i paesaggi dell’isola mettendo pale eoliche ovunque andrebbe a impattare negativamente sul turismo. I sardi sono inoltre preoccupati per i possibili espropri dei propri terreni che magari usano a scopo agricolo, e quindi per lavorare.
In più bisogna considerare anche un grosso problema che ha la produzione di energia elettrica tramite l’eolico e le altre forme di produzione rinnovabile. L’enorme ed irrinunciabile vantaggio delle centrali elettriche a combustibili fossili (es. carbone, gas) è che possono virtualmente entrare sempre in funzionamento, e la quantità di energia prodotta è regolabile in base alle quantità di combustibile utilizzato. Per dirla in modo semplice, gli operatori in queste centrali possono farle entrare in funzione a qualunque ora del giorno, sia a mezzogiorno che a mezzanotte, e sanno che se la rete elettrica ha bisogno di tot elettricità, loro utilizzeranno tot (es.) carbone per produrre tot energia. Inoltre per la natura del loro funzionamento, questo tipo di centrali possono essere costruite più o meno ovunque. Le rinnovabili invece sono potenzialmente limitate ad alcune zone specifiche (es. dove ci sono i fiumi, dove tira spesso vento) e la loro produzione elettrica non è costante e stabile. Il fotovoltaico produce solo quando c’è sole (e la quantità poi varia in base all’ora del giorno, al periodo dell’anno e al meteo), quindi di notte non produce nulla. L’eolico invece produce solo quando c’è vento (il quale comunque ha intensità variabili).
Un metodo per produrre energia elettrica con la flessibilità dei combustibili fossili, il basso impatto delle energie rinnovabili, e senza gli enormi costi sociali dell’invadere una regione con migliaia di pale eoliche, è l’energia nucleare. Produrre energia elettrica con centrali nucleari ad uso civile è un metodo sicuro ed economicamente vantaggioso.
In Italia è fin troppo diffusa la mentalità del “non nel mio giardino”. Vogliamo tutti la raccolta porta a porta della spazzatura ma nessuno vuole la discarica nel proprio Comune, vogliamo tutti il gas a casa ma nessuno vuole il gasdotto sulle proprie terre e l’impianto di compressione del gas nel proprio Comune, vogliamo tutti infrastrutture e trasporti efficienti ma nessuno vuole che costruiscano (o allarghino) autostrade, gallerie e ferrovie nel proprio territorio. Inutile dire che questo è un tipo di mentalità stupida, ed è con questa mentalità che abbiamo furbescamente deciso nell’87 di cessare la produzione di elettricità tramite centrali nucleari in Italia per poi compensare le mancanze comprandola dalla Francia che la produce con centrali nucleari. Rinunciare al nucleare ha significato rinunciare all’autosufficienza energetica, e adesso ne stiamo pagando le conseguenze in termini di alti costi dell’energia, ed a breve c’è chi, come i sardi, potrebbe pagare queste conseguenze anche sotto altri aspetti.
In conclusione questo articolo vuole essere una spinta alla riflessione sul tema dell’energia. È importante sfruttare anche le energie rinnovabili per produrre elettricità, ma spesso non viene fatto presente che campare di sole energie rinnovabili, purtroppo, è insostenibile, specie se ancora non esistono metodi di immagazzinamento dell’energia abbastanza efficienti, economici, sicuri ed ecosostenibili da poter essere adottati su larga scala (non possiamo costruire batterie a litio grosse come intere montagne per alimentare le città). Inoltre allargare in modo smisurato la produzione di energia rinnovabile con numerosissimi nuovi impianti, come nel caso delle turbine eoliche da disseminare in Sardegna, ha potenzialmente costi sociali che le persone non sono disposte a pagare.
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