di Alessia
Ogni anno sono 65 mila i decessi per cancro che dilagano tra i cittadini meno abbienti e meno istruiti. Le condizioni socio-economiche spesso governano l’evoluzione della diagnosi e prima ancora, l’efficacia della prevenzione, a cui i territori spesso non sono in grado di rispondere.
Il nostro lavoro – spiega il presidente Favo Francesco De Lorenzo – ha dimostrato che a causa delle lacune del servizio sanitario nazionale, i malati spendono in media 1.800 euro di tasca propria per curarsi, di cui 7-800 euro per la mobilità interregionale e 400 euro per effettuare indagini diagnostiche, cui ricorrono privatamente a causa delle lunghe liste di attesa che ritarderebbero l’accertamento della diagnosi…
Il Sistema sanitario non riesce molto spesso a coprire tutte le necessità, facendo ricadere il peso sui malati e i familiari che si trovano costretti a pagare trasporti, visite ed esami extra che dovrebbero essere invece garantiti dai servizi pubblici. Curare un tumore sta diventando un affare da ricchi, ed essere malati è ormai uno status.
Seppur la strada per un’efficace copertura delle spese sanitarie sia ancora lunga, dall’altro fronte giungono anche buone notizie in materia di discriminazioni e disuguaglianze che spesso colpiscono i malati oncologici.
Oggi attendiamo una legge importante in Italia, quella del diritto all’oblio oncologico, che potrebbe concretamente cambiare la vita a milioni di persone.
Si tratta di un disegno approvato in Commissione Affari sociali alla Camera dei deputati, aderito sia dalla maggioranza che dell’opposizione, che potrebbe presto diventare legge come già in altri paesi in Europa.
Il contenuto della proposta punta ad estendere dei diritti fondamentali, di cui ogni cittadino sano gode, a chi è guarito da una diagnosi di tumore e ciò nonostante vive lo stigma della propria malattia, che tutt’ora in Italia impedisce di accedere a prestiti, mutui, concorsi pubblici e adozioni.
La legge garantirebbe alle persone guarite il diritto di scegliere di non dichiarare di essere stati malati di tumore prima di sottoscrivere contratti bancari, di lavoro o polizze. Ad oggi, infatti, sono circa 900mila gli ex pazienti oncologici che accedono a strumenti finanziari di vario genere e sono tenuti a dar conto della propria storia clinica perché la loro aspettativa di vita è ritenuta minore rispetto a un non malato.
Il governo sembra essere pronto a garantire un reale supporto a tutti i cittadini guariti dalla malattia che affrontano enormi ingiustizie al livello burocratico impedendone il ritorno ad una vita normale.
In totale sono 5 le proposte di legge presentate
…testi prevedono misure simili tra loro e prevedono il diritto all’oblio oncologico a 10 anni dalla conclusione delle terapie, che si riducono a 5 anni per chi ha ricevuto diagnosi di cancro prima dei 18 o dei 21 anni…
Oltre che una battaglia di civiltà, l’oblio oncologico rappresenta una reale forma di rinascita contro l’ingiustizia sociale, affinché non si condanni chi ha combattuto e ha diritto ad una nuova vita.
Come è stato dichiarato, il tema dell’oblio oncologico è in testa alle priorità dell’agenda di questo governo, ma a mancare alla lista sono anche le priorità che riguardano gli ancora malati. Il diritto ad un iter immediato per l’accertamento dell’invalidità civile, all’accesso a terapie innovative e trials clinici, a screening personalizzati e abbattimento delle liste d’attesa; tutte falle del nostro Sistema Sanitario pubblico che mettono a rischio, ogni anno, la salute e la vita di milioni di persone.
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