di Saturno
Nella mentalità comune esiste un forte legame tra la sinistra e la cosiddetta comunità LGBT. Questo stereotipo nasce da un effettivo stretto legame dei rappresentanti delle associazioni LGBT con partiti, movimenti e sindacati di sinistra, i quali si fanno promotori di proposte specificatamente pensate da e per la comunità LGBT, a partire da cose banali e inutili come la diffusione pubblica dei loro simboli (es. strisce pedonali e panchine arcobaleno), a cose ben più serie ed elaborate come il DDL Zan e la legalizzazione dell’adozione per le coppie gay. Questo apparente legame pare evidente anche in virtù degli attacchi dei rappresentanti delle organizzazioni LGBT verso la destra, accusata sistematicamente e in blocco di discriminarli ed odiarli. Ma tralasciando quelle sporadiche aperture dei partiti di destra alla comunità LGBT, questo modo di vedere le cose non ha senso per ben altri motivi.
I partiti e le idee politiche sono cose che vanno anche oltre alle “tematiche LGBT”, politica vuol dire anche economia, politica estera, immigrazione, gestione della sanità, ecc. Pensare quindi che un omosessuale debba necessariamente supportare un determinato partito in quanto promotore (es.) del DDL Zan significa svilirlo, guardarlo come un individuo che si realizza interamente e non oltre la sua sfera sessuale. Possibile che un gay non possa essere in disaccordo con partiti e organizzazioni che si fanno promotori di proposte “LGBT friendly”, per questioni come (es.) le proposte in campo economico o sull’immigrazione? Se uno è omosessuale non è libero di essere contro l’immigrazione di massa? Ed anzi, dove sta scritto che un omosessuale non possa essere in disaccordo con quelle stesse proposte “LGBT friendly” che vengono fatte in suo nome? Ovviamente il fatto che le organizzazioni LGBT, che si autoproclamano rappresentanti degli omosessuali in blocco (come fossero una categoria a se), supportino politiche di sinistra fa molto più rumore di tutti quegli omosessuali che invece non fanno parte di queste organizzazioni, non vanno ai gay pride e che sopratutto vivono la propria sessualità in modo normale e non come una sorta di base ideologica da cui elaborare ideologie politiche.
La stessa sinistra che accusa la destra di usare una retorica dell’odio con “noi e loro” (riferito agli immigrati), sta di fatto strumentalizzando gli omosessuali con una retorica manichea secondo cui loro sono i buoni, i protettori della comunità LGBT (quasi fossero una categoria speciale, dei poveri panda deboli da dover proteggere e non persone come tutte le altre), e la destra invece è fatta da persone brutte e cattive che discriminano i poveri gay.
Quando si parla di resistenza, la sinistra ha l’atteggiamento duplice e incoerente di rivendicarla come parte esclusiva della propria storia e negandola alle altre aree politiche (si pensi ad es. a tutte le accuse di fascismo rivolte ai vari politici del centrodestra come Salvini, Meloni, ecc.), ma allo stesso tempo proclama continuamente che elogiare la resistenza è dovere di tutti i cittadini a prescindere dalle idee politiche e dal partito preso perché l’antifascismo, rappresentando (nella loro testa) la libertà, è un valore di tutti. Allo stesso modo le associazioni LGBT prima partono dicendo che i loro valori sono universali in quanto vogliono solo proteggere omosessuali e transessuali dalle discriminazioni, ma poi si immischiano in questioni politiche che vanno fuori dall’ambito strettamente legato alle questioni LGBT, es. sostenendo posizioni pro aborto, pro immigrazione di massa, pro UE, anti-patriottismo, ecc. Poi sostenendo apertamente anche determinati partiti e determinati politici. Ed infine se li critichi perché non sei d’accordo con alcune delle loro posizioni, automaticamente vieni tacciato di omobilesbopandafobia perché loro poverini chiedono solo di non essere discriminati e quindi se sei contro queste associazioni vuol dire che odi i gay (che poi, chi è che gli ha dato la legittimità di parlare a nome di tutti i gay ancora non é chiaro).In sintesi, la sinistra per darsi legittimità fa passare per progressi “di civiltà” delle posizioni politiche di parte, dandosi un’aurea di intoccabilità e creando nella mentalità delle masse il concetto che prendersela con le organizzazioni LGBT equivale ad essere omofobo, transfobico, bigotto, estremista, retrogrado (ma poi che vuol dire? Chi lo decide cos’è il progresso?). Ma questa è una stronzata così come sarebbe una stronzata dire che prendersela, anche in modo pesante, con le organizzazioni comuniste equivale ad odiare i lavoratori, gli operai e il proletariato.
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