di Cippa
Il 21 di Aprile di quest’anno è uscito il ventitreesimo album in studio dei mitici Jethro Tull: Rökflöte. Registrato nel 2022 è l’ultimo album di questa incredibile Band, o forse meglio dire di questo artista: Ian Anderson. Infatti il mitico frontman del gruppo è l’anima dei Jethro Tull, di cui è l’unico membro originale. La sua abilità di polistrumentista, il flauto traverso, la sua voce e la sua creatività hanno mantenuto viva la musica dei Jethro Tull dal 1967 ad oggi: 55 anni.
Negli anni hanno spaziato tra vari generi, sfiorando quasi l’Heavy metal con Locomotive Breath, tenendosi sempre sul Prog e l’Hard Rock, sfornando capolavori come Aqualung. L’anno scorso Ian Anderson aveva già risvegliato l’attenzione con Zealot Gene, primo album dopo 19 anni di inattività e incredibilmente dopo solo un anno ne è uscito un altro. Se non piace il rock progressive ovviamente non è un ascolto adatto però dal mio punto di vista sono due album estremamente importanti per la Musica, in generale. Ci si trova immersi tra le note di Rökflöte che si sposano insieme in un connubio davvero armonioso. Sono canzoni che scaturiscono sensazioni provocate da qualcosa di chimico legato al suono che ci penetra nelle orecchie durante l’ascolto.
Ian Anderson ha inoltre avuto un merito per umiltà: ha creato canzoni che a 75 anni di età può tranquillamente cantare e suonare, ed è ciò che fa, lo si sente. Sono due grandi album perchè in questo momento storico, dove il panorama musicale è abbastanza adombrato da figure spiacevoli, ci donano una cosa che si sta andando perdendo sempre di più: una musica sincera, senza fronzoli o abbellimenti che non siano suonati e pensati da grandi artisti ma aggiunti da un computer. Sentirete del Rock, sentirete del Folk, del Prog, della Classica: niente di nuovo per chi conosce i Jethro Tull. Sarà però come sentire Lazarus di Bowie: qualcosa di incredibilmente nuovo e toccante nonostante sia un genere conosciuto. Parliamo di musica e parliamo di arte.
Anche le tematiche sono molto interessanti in questi ultimi album, il primo ruota attorno a temi biblici mentre il secondo, Rökflöte, è incentrato sulla mitologia nordica, entrambi da ascoltare e capire. Alcune canzoni sono accompagnate anche da video musicali molto particolari, quasi psichedelici. A 360 gradi insomma i Jethro Tull ci fanno vivere con vista e udito la loro arte, un frammento del passato che però suona assolutamente attuale. Una musica come la loro è immortale e lo sarà per sempre, il flautista che suona sulla gamba sola come una Gru ce lo ricorda ancora una volta e speriamo che lo rifaccia al più presto, con un nuovo capolavoro.
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