Di Andrea
II videogiochi hanno superato la barriera dell’intrattenimento per diventare sofisticati strumenti di socializzazione e di progresso tecnologico, ciò che rivoluziona anche il nostro stesso concetto di tempo libero, superandolo ed entrando in una dimensione socializzante. Al giorno d’oggi, i videogiochi sono realmente capaci di cambiare i modi di relazionarsi con gli altri e con la realtà circostante, la quale si sta sempre più conformando verso una radicata connessione con il virtuale e il tecnologico. Storicamente associati all’immagine dell’individuo asociale e a tratti disadattato, con problematiche legate all’abuso che portano alla dipendenza, con il tempo l’immaginario legato a questo mondo sembra mutato.
I videogiochi sono uno dei primi contatti che stabiliamo con la tecnologia e il primo modo in cui facciamo esperienza dell’interazione uomo-macchina. Il gioco, fin da Platone, si configurava come l’elemento cruciale nel processo formativo dell’individuo: per il filosofo ateniese giocando si impara a diventare adulti, in questo senso la mimesis stessa è gioco e il gioco è di per sé mimesis. Andando avanti nel tempo sono state diverse le riflessioni riguardo l’essenza e l’utilità del gioco, riassumendo le caratteristiche fondamentali si potrebbe dire che esso sia un’attività libera, separata dalla realtà ordinaria e circoscritta in precisi limiti e con ruoli decisivi nel processo evoluzionistico se non anche addirittura nello sviluppo cognitivo della specie umana. Lo sviluppo della tecnica ha necessariamente agito in modo naturale sul gioco, migliorando il meccanismo cognitivo alla base dei giochi di finzione e consentendoci di cimentarci in esperienze simulatorie libere dagli impedimenti della realtà.
Il gioco, è una prerogativa della nostra specie, non è un caso che esista una correlazione tra il grado evolutivo e il livello di complessità dell’attività ludica, un punto a favore si può trovare anche dalla scoperta che i neuroni a specchio si attivano in maniera più forte nei mondi finzionali del gioco. Se esiste la possibilità di migliorare con la tecnica una prerogativa umana, questo processo è da accogliere positivamente, senza perdere mai di vista lo scopo che è quello di una migliore relazione con la realtà che ci circonda per un potenziamento dell’uomo.
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