Di Michele
Il karaoke di Salvini e Meloni sta diventando un vero e proprio caso politico, con la sinistra che attacca i due leader della maggioranza accusandoli di poca sensibilità istituzionale per avere in qualche modo “oltraggiato” la tragedia di Cutro.
Le immagini del duetto di Salvini e Meloni sulle note della celebre “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè sono state inizialmente diffuse da Nicola Porro sul proprio sito. Il giornalista era tra gli invitati della festa a sorpresa per i cinquant’anni del segretario della Lega di venerdì scorso, durante la quale è avvenuto il siparietto con la leader di Fratelli d’Italia. Un momento che Porro ha scelto di raccontare e rendere pubblico per testimoniare la tenuta del governo di contro a quanti parlavano di crisi, come ha poi spiegato lo stesso giornalista: “L’ho fatto, evidentemente dopo aver chiesto il permesso, per far vedere come tutte le cazzate che scrivevano i giornali in quei giorni, riguardo dei presunti malumori interni al governo, fossero totalmente inventate”.
La vicinanza temporale al Consiglio dei ministri andato in scena questi giorni a Cutro e al naufragio delle scorse settimane, ha fatto andare su tutte le furie la sinistra. La capogruppo del Partito Democratico al Senato, Simona Malpezzi, ha commentato la vicenda in questo modo: “Non hanno reso omaggio ai morti di Cutro, hanno messo in piedi una patetica messinscena, cambiato gli impegni istituzionali per andare a cantare alla festa di Salvini. Disumanità, cinismo, improvvisazione e spregiudicatezza”. Sulla stessa linea Angelo Bonelli dei Verdi, il quale ha affermato: “Non hanno trovato il tempo, perché non hanno voluto, per incontrare i famigliari delle vittime e dei dispersi del naufragio che sono disperati, ma il tempo lo hanno trovato per festeggiare e cantare con tanto di video pubblici”. Per poi chiudere in crescendo: “Ancora una volta mi vergogno per loro perché dimostrano di non sapere cosa vuol dire avere un comportamento sobrio quando il Paese vive un lutto così profondo”. C’è addirittura chi contesta la scelta del brano cantato dai due, ritenendolo fuori luogo perché tratta di un annegamento.
Insomma, assistiamo al triste spettacolo di una sinistra trinarciuta che non ha perso l’occasione per trincerarsi dietro un’ipocrisia bacchettona, strumentalizzando quanto avvenuto a Cutro e dall’altra scagliandosi con un eccesso di moralità non contro le scelte politiche del governo ma quelle private, trasformando così il dibattito pubblico in una esausta chiacchiera da comari.
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