Di Elena

Nel giorno in cui il Vaticano festeggia i dieci anni a guida Bergoglio, vogliamo raccontare la storia dell’osservatorio astronomico Vaticano (VATT) noto come “Lucifer”, situato sulla sommità del Monte Grahm.

Il luogo scelto dal Vaticano per piazzare i suoi potenti mezzi tecnologici, non è dei più comuni. Il monte Grahm infatti è sacro alla tribù degli Apache e si trova in Arizona. Questi si sono visti invasi per l’ennesima volta, e a espropriarli sono stati proprio i cattolici, proprio come nel 1400 , quando i conquistadores si sono serviti dei missionari francescani guidati da Motolinia per indagare sul passato e sulla vita degli indigeni come degli antropologi ante litteram.

Nonostante sia l’acronimo di Large Binocular Telescope Near-ifrared Utility with Camera and Integral Field Unit for Extralarge Research pare strano che la Santa Sede abbia scelto un nome così ambiguo. Lucifero è l’angelo più famoso della storia e sappiamo tutti dove lo ha posizionato Dante. Il Vaticano tuttavia, vanta una lontano legame con l’astronomia. A Castel Gandolfo c’è infatti un osservatorio astronomico risalente al 1578: uno dei più antichi del mondo. 

Gli apache non hanno per nulla apprezzato di essere stati sfrattati anche da uno stato minuscolo come il Vaticano. Il luogo incriminato poi, non pare nemmeno adatto per ospitare un osservatorio. A che pro quindi occupare un luogo del genere, esoterico e ricco di storia indigena? Il Vaticano si è affrettato a sedare le proteste degli Apache, inviando dei suoi esperti sul luogo che si sono sbrigati ad affermare che il conteso monte non è sacro. 

Il gesuita (si, proprio un gesuita) scelto per la missione, un certo Padre Coyne, ha affermato che il tipo di religiosità degli Apache va estirpata con tutta la forza possibile. Il paganesimo rimane un grande nemico della Chiesa e dei suoi emissari. Nonostante secoli di pressioni, non sino ancora riusciti a convertire o sterilizzare i culti pre-colonizzazione.

Il monte in questione è anche importante al livello ambientale. Esso infatti conserva un habitat esistente dall’ultima glaciazione e questo ha fatto schierare gli ambientalisti a fianco degli indigeni. 

Sul funzionamento e la gestione di questo osservatorio non abbiamo tante informazioni. Per il mistero che avvolge le scelte del Vaticano e per il mistico tipo della storia indigena, vale la pena di istigare un po’ di curiosità.