di Cippa
Se come me l’Africa l’avete vista a malapena in foto bisogna fare affidamento su chi c’è stato quando si dice che Wilbur Smith la descrive minuziosamente e te la fa assaporare nei suoi romanzi. Lì ci è nato e vissuto fino alla sua recente scomparsa e ne ha scritto nei suoi romanzi, dall’Antico Egitto fino al Colonialismo europeo. Sono romanzi di avventura i quali però fanno conoscere e comprendere a fondo quel Continente, che è un vero e proprio mondo alieno ai nostri occhi. Dai riscontri avuti con un uomo che in quella terra ha versato il suo sangue ho ricevuto la conferma che le sensazioni che si vivono leggendolo siano un assaggio, un antipasto delle reali esperienze che si vivono laggiù per chi non c’è mai stato. Per chi invece, come lui, ne ha cosparso il suolo di sangue vermiglio sono delle fotografie di un passato burrascoso.
Conoscere la storia dell’Africa significa conoscere anche la storia d’Europa durante alcuni secoli: la storia del Colonialismo e delle avventure che condussero lì i nostri antenati. Non sono romanzi storici ma hanno tracce del Passato di innegabile realtà storica, testimonianze di un uomo inglese nato e cresciuto in Sudafrica nel ‘900 che ha ricostruito una storia passata e recente che lui e i suoi avi hanno vissuto in prima persona. A tale proposito posso consigliare il ciclo dei Courteney e dei Ballantyne, due famiglie inglesi che andarono in Africa per la sanguinosa caccia ai diamanti e che vi si stabilirono tra mille avventure.
Il magistrale operato dell’autore sta anche nella caratterizzazione dei personaggi e dei loro rapporti: per esempuio la simbiosi tra i bianchi e le popolazioni indigene. Può aiutare a superare alcune menzogne del Mondo Moderno sull’uomo bianco in Africa; bisogna comprendere a fondo il legame che si creava tra due persone tanto diverse, le quali assumevano l’una nei confronti dell’altra una valenza necessaria per affrontare i rischi di quel misterioso e tremendo Continente Nero. È molto importante, specie nel nostro ambiente, avere conoscenza di queste realtà per affrontare con consapevolezza le accuse che ci vengono rivolte.
Un romanzo di avventura, in conclusione, può anche essere apprezato per la sua valenza in quanto letteratura di evasione. È un grande passatempo leggere i romanzi di Wilbur Smith: si rimane affascinati tanto dalla narrazione carica di pathos quanto dalla placida descrizione di tranquilli attimi di vita quotidiana, da burrascose navigazioni a racconti misteriosi di una spiritualità e una magia tanto lontane da noi. Rispetto a molti testi di poco spessore che rientrano nel genere, specie nella letteratura di consumo che recentemente sta spopolando per ovvi motivi, il nostro Autore ci fa viaggiare la mente con efficacia e sorprendente abilità, tenendoci legati capitolo dopo capitolo alle sue righe.
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