di Patrizio


La notizia “clou” di questi giorni riguarda il violento sisma che ha colpito la provincia di
Kahramanmaraş, zona meridionale della Turchia, al confine con la Siria, con una potenza di magnitudo
7,9.
Al momento in cui questo articolo viene scritto, si contano oltre 40.000 morti, 85.000 feriti (dati in
salita) e 5 milioni di sfollati, secondo la Croce Rossa internazionale. Un disastro epocale in piena
regola, che va a piazzarsi ben in alto nella classifica dei peggiori terremoti della storia.
Di fronte a questi fatti, che dimostrano l’impotenza di noi umani nei confronti della mostruosità
devastante della natura, però, hanno già sufficientemente parlato le fonti giornalistiche e le agenzie
stampa, a noi interessa un altro aspetto, ossia la speculazione geopolitica, che viene fatta ogni volta
che accade un evento di importanza mondiale. Vediamo di capire come si stanno muovendo i vari stati.
La Turchia, Erdogan ha attuato una vera e propria rappresaglia nei confronti di oltre un centinaio
di costruttori di edifici, dimostrando di essere rimasto spiazzato dall’evento e cercando di farsi vedere
attivo dalla popolazione colpita, anche in vista delle prossime presidenziali. Il presidente turco é in un
momento di grande difficoltà operativa, e questa emergenza é davvero l’ultima cosa che gli serviva.
Ma la massima pagliacciata, si é raggiunta con la narrazione giornalistica occidentale riguardo la
Siria, l’altra nazione colpita dal terremoto che, aggiungendosi alla sanguinosa guerra civile in atto, ha
accentuato ancora di più la crisi umanitaria nel Paese. Secondo i cantastorie nostrani, infatti, Assad
starebbe bloccando gli aiuti internazionali provenienti dal blocco occidentale, dalle ONG e gli Stati
limitrofi, per “fare pressione sui ribelli”.
Nulla di più falso ovviamente, dal momento che sono gli stati occidentali che stanno mandando
aiuti a tutti tranne che al legittimo governo siriano, aiuti che invece stanno arrivando dal cosiddetto
“blocco alternativo” formato da India, Iran, Russia, Pakistan e compagnia cantante.
Gli stati canaglia occidentali, capitanati dagli USA e dai loro sottoposti, infatti, non hanno mosso
un’unghia dalle sanzioni ed embarghi al Paese, non permettendogli di poter usufruire di aiuti
economici, per pregiudiziali geopolitiche nei confronti di Assad. Presidente siriano che, invece, a
scapito della narrazione occidentale che lo reputa “odiato e in una bolla separata”, si é recato sin

dai primi giorni nei luoghi del disastro, in mezzo alla sua gente, per dare la propria solidarietà e
toccare con mano la situazione.
Differentemente da ciò che scrivevano i fenomeni di Repubblica, Corriere, Stampa e giornali di
centrodestra vari questa situazione, ben lungi dall’essere causata dalla Siria, é frutto dell’ennesima
prova di forza dell’occidente per fomentare di nuovo gli animi in Medioriente.
Per non parlare poi della censura schifosa ai danni della verità, con Assad che, dopo aver denunciato
questi fatti in risposta ai suoi detrattori sulla sua pagina ufficiale di Twitter, é stato bloccato.
Questo é il paradosso della democrazia, che dimostra basarsi nuovamente sull’usura economica, la
censura nel nome della grande narrazione e diritti umani a convenienza.