Di Tommaso
L’aumento dei prezzi per potere vedere lo sport, dal vivo o in tv, non è certo una novità legata al caro vita dell’ultimo anno, anzi, è un fenomeno che si protrae da anni.
I biglietti per gli stadi sono sempre più cari, e l’avvento delle pay tv ha sicuramente dato al cliente un servizio molto migliore rispetto alle reti nazionali, ma ad un prezzo molto alto. Un capitolo a parte meriterebbe, per quando riguarda la Seria A, la vicenda DAZN, che ad un prezzo molto più alto di Sky offre un servizio di gran lunga peggiore.
Per un padre portare la famiglia allo stadio è diventato al limite dell’insostenibile, con prezzi in tribuna che si aggirano, negli stadi dei top club, fra gli 80 e i 120 euro a persona, figuratevi andarci con due figli…
Il calcio non è, ovviamente, l’unico sport interessato da questo fenomeno, il tentativo di guadagnare sempre di più dagli spettatori riguarda tutte le federazioni e le società organizzatrici degli eventi sportivi.
Il ciclismo, ad esempio, che è sempre stato uno sport fruibile dal vivo gratuitamente, proprio per il fatto che non si avvale di infrastrutture come gli stadi ma appunto si svolge su strada. Negli ultimi anni invece, in alcune fra le corse più importanti, Parigi-Roubaix, Giro delle Fiandre e il mondiale, sono state adibite alcune zone della corsa a settore a pagamento, con la costruzione di tribune e aree dedicate all’hospitality. Non a caso due delle tre corse citate hanno una conformazione particolare, con il passaggio ripetuto in alcuni settori della corsa, giustificando così il pagamento di un biglietto.
La Formula Uno invece non è mai stato uno sport low cost, soprattutto da quando, più di 20 anni fa, l’ormai ex patron del circus ha deciso che non sarebbe più stata la Formula 1 a pagare i circuiti ospitanti per farsi ospitare, ma, viceversa, i circuiti avrebbero dovuto pagare la Formula 1 per poter ospitare il Gran Premio, creando così una concorrenza fra i circuiti e l’aumento esponenziale dei prezzi dei biglietti per rientrare delle spese.
E così per poter assistere alla corsa della domenica, il più economico dei biglietti si aggira attorno ai 100 euro, se ripetiamo il discorso fatto precedentemente col calcio, del padre che porta la famiglia, ci ritroviamo nella stessa proibitiva situazione.
Tuttavia per gli appassionati non disposti a spendere determinate cifre una via d’uscita c’era e tuttora c’è, anche se forse non per molto.
Il biglietto per la giornata di sabato costa di meno, e addirittura quello di venerdì, giornata di prove libere, cala sensibilmente arrivando attorno ai 30€, per assistere alle due sessioni di prove, non certo spettacolari come la gara, ma per un appassionato bastano e avanzano per godersi lo spettacolo della Formula 1.
È proprio su questo che la Formula 1 sta ragionando per cercare di lucrare il più possibile, come fare a guadagnare di più anche e soprattutto dalla giornata del venerdì?
C’è da dire che la Formula 1 ha dei costi esorbitanti non solo per i tifosi, ma anche per gli organizzatori e i competitor stessi, è argomento di attualità il presunto sforamento del budget cap da parte di Red Bull nella stagione 2021, la scuderia austriaca avrebbe speso più di 150 milioni a fronte di un tetto massimo di 145 milioni, non certo piccole cifre, il verdetto della FIA è atteso a giorni e verrà approfondito in un articolo il mese prossimo.
Le scuderie, comunque, devono rientrare dei costi e per loro la giornata del venerdì finisce in perdita, ecco perché si era cercato di mettere una toppa riducendo la durata delle sessioni di prove da 1 ora e mezzo a 1 ora, ma comunque non abbastanza per finire il venerdì almeno in pari, economicamente.
Si spiega, alla luce di quanto appena detto, il tentativo di Formula 1 di introdurre una gara sprint, di durata più breve, al sabato, spostando la qualifica al venerdì, non certo per lo spettacolo, visto che il format è stato bocciato da tifosi e team, ma per avere più “carne al fuoco” tutti e tre i giorni, e poter così alzare i prezzi dei biglietti per tutta la durata del weekend, con buona pace degli appassionati.
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