di Sembe
Che i mezzi di comunicazioni di massa influenzino e plasmino le società oggi lo sanno anche sassi. Chiunque sia stato al potere nel corso della Storia dell’umanità ha sempre fatto il possibile per influenzare il pensiero della collettività secondo i propri principi ed interessi.
Di recente ad esempio ha fatto scaldare gli animi l’introduzione di due personaggi omosessuali all’interno del popolare programma per bambini “Peppa Pig”. Se ne è parlato in sede politica, alle radio, sul web ecc… nulla di nuovo purtroppo, semplicemente le lobby attuali di vero potere stanno mandando avanti la propria agenda globalista.
Eravamo già tristemente abituati con Netflix (sinonimo di ideologia liberal-progressista) ma questa volta si è arrivati a toccare un programma per bambini, i quali, a differenza di un adolescente che guarda Netflix, non hanno nessuna difesa dal subdolo messaggio che viene propinato loro.
Il problema però è più profondo. Le generazioni degli anni ‘80, fino a quelle del primo decennio del 2000, sono cresciute con cartoni animati che erano vere e proprie opere d’arte. Propagavano spesso valori per la crescita del bambino, alcuni addirittura facevano già conoscere la storia o la mitologia e i protagonisti erano figure virili che ricalcano l’archetipo dell’Eroe di cui oggi si sente la mancanza.
Al giorno d’oggi vediamo come, aldilà della propaganda progressista che viene inserita, tutto questo manchi. Lo sappiamo: i giapponesi su questo in parte si sono rivelati un’eccezione, hanno mantenuto il loro stile e valori “antimoderni” dagli anni ‘80 di Kenshiro agli anime attuali come “L’attacco dei giganti.”
L’industria animata occidentale invece, essendo una delle tante armi del potere che oggi ci sta portando ad un abisso spirituale oltre che economico, non può che riservare ai nostri bimbi questa decadenza.
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