di Tommaso
In un’estate in cui la nostra Nazione non vive sicuramente il suo apice politico, si poteva sperare in una rivalsa da quello che, da sempre, è un mondo che appassiona fortemente e ridona speranza: lo sport. Noi italiani siamo abituati a vivere grandi gioie nei momenti più difficili, come ad esempio il mondiale 2006 dopo la figuraccia di calciopoli o lo straordinario 2021 post pandemia.
Il 2022 offriva sicuramente molte possibilità di riscattarsi dopo essere stati costretti a “gustarsi” la pantomima Draghi, le acrobazie di Di Maio nonché un futuro politico e sociale davvero più incerto che mai.
Ma la nostra Nazionale non si è qualificata ai mondiali del Qatar, il mondiale di atletica, appena un anno dopo le gloriose Olimpiadi di Tokyo, è stato più che deludente e il ciclismo nostrano si può dire senza remore che sia morto – una vittoria italiana al Tour de France, la corsa ciclistica più importante al mondo, manca ormai da 3 anni, e mai come oggi non si vedono ciclisti in grado di vincere ad alti livelli nemmeno nel settore giovanile.
Tutti però, dopo un grande inizio di stagione, si aspettavano di poter passare dei gioiosi weekend all’insegna del “rosso Ferrari” in Formula 1.
Il tricolore aveva infatti fatto capolinea sul gradino più alto del podio in ben due dei primi tre appuntamenti stagionali, e la “rossa” sembrava essere la vettura più performante di tutto il lotto.
Sembrava ed è, a tutti gli effetti, l’auto più performante, eppure il primo pilota, Charles Leclerc, si trova a 80 punti dal leader Verstappen in una corsa al titolo ormai definitivamente compromessa.
Cosa è successo, viene da pensare, per trovarsi a 80 lunghezze dal primo posto dopo la premessa che la Ferrari sia la macchina migliore?
Sono successi una serie di episodi a dir poco ridicoli, errori grossolani di strategia che non solo stanno impedendo a Leclerc di giocarsi il mondiale, ma hanno fatto addirittura perdere all’interno del paddock la credibilità e il rispetto che Ferrari ha sempre avuto, anche nei momenti più difficili e avari di risultati. Esempio lampante sono le risate nel retro podio dei tre piloti premiati all’ultimo gran premio, in Ungheria: Verstappen, Hamilton e Russell hanno infatti commentato ridendo sorpresi del fatto che la Ferrari avesse scelto di montare le gomme dure, mai usate da nessuno per tutto il weekend, al loro pilota di punta, buttando così una prima posizione e trasformandola in un misero sesto posto.
L’errore dell’Ungheria è solo l’ultimo di una lunga lista davvero grottesca di primi posti gettati al vento: il quarto posto di Montecarlo per aver fatto fermare i due piloti contemporaneamente, il quarto posto di Silverstone per non aver fermato Leclerc a montare gomme nuove, oltre ai due motori in fumo, fanno il gap attuale di 80 punti.
La speranza è che quest’anno si possa conservare almeno il secondo posto nel mondiale costruttori, difendendolo da una Mercedes in difficoltà ma pur sempre arrembante e affidabile, e che l’anno prossimo, con delle strategie migliori, si possa puntare non solo alla vittoria del titolo mondiale, ma al riscatto della Ferrari agli occhi di tutto il mondo motoristico.
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