di Patrizio

Finalmente l’effetto delle sanzioni. L’idea del governo e dell’Unione Europea per abbattere l’economia russa sta avendo i primi effetti, e a seguito del “default tecnico” del Cremlino, economisti, governi e politicanti europei hanno esultato. “La Russia sta crollando”, hanno dichiarato, ma i più attenti hanno fatto notare che in realtà sono i paesi creditori che non accettano che la Russia paghi le rate. Cioè, per intenderci, è un po’ come se un vostro amico vi prestasse 100 euro, e quando voi glieli restituite lui vi dicesse “no no, tieniteli”. Questo fantastico atteggiamento del blocco Occidentale sta facendo fare alle istituzioni la figura di quelli che, come si suol dire, si “tagliano i cosiddetti per fare un dispetto alla moglie”. Infatti, non solo i pacchetti di sanzioni alla Russia stanno avendo ridicoli effetti sulla loro economia, non solo noi italiani (ed europei) stiamo pagando col sangue le bollette e il carburante, ma i governi hanno pure dei fantastici piani per il futuro.

Ora, non credo si debba essere filorussi per classificare il piano di indipendenza energetica dalla Russia come “folle” o “suicida”. Il governo italiano infatti ha deciso di mobilitarsi nuovamente con il ritorno dell’austerity. Paura, eh? Da quanto tempo non sentivamo questa parola associata all’economia italiana? Ma i tempi di Monti e della Fornero non erano finiti?

A quanto pare no, dato che oltre a parlare di tagli e razionamento dell’energia, il piano di emergenza del governo includono un coprifuoco per negozi e locali, rispettivamente alle 19 per i primi e alle 23 per questi ultimi. Questo piano pare venga attuato in vare fasi, alternate al potenziamento delle rinnovabili e dalle centrali a carbone. Sì, avete capito bene: questo governo fanatico del green e della digitalizzazione, vuole mettere in connubio le rinnovabili (debolissime) con la riapertura dei posti più inquinanti del mondo.

Al diavolo quindi il “net-zero” e la neutralità climatica entro il 2050. Ma la ciliegina sulla torta è un’altra: la maggior parte del carbone che noi italiani importiamo è proveniente niente di meno che dalla Russia stessa. La strategia, quindi, è togliere la dipendenza dal gas russo per legarci alla Russia col carbone. In tutto questo, la soluzione dell’energia nucleare rimane intoccata per i pregiudizi ideologici della sinistra, che detta legge all’interno del governo.

Altre misure ideate dal governo sono il limite dell’aria condizionata fino a 27°C, una riduzione della temperatura durante l’inverno e un taglio dell’illuminazione pubblica fino al 40%. In pratica questo inverno, chi non ha un camino in casa (prima che restringano anche su quello), s’attacca. Un ritorno, dunque, alla vita dell’era COVID (che non è finita, non vi preoccupate, ci regalerà tante altre belle sorprese questo inverno), e dunque ulteriori restrizioni della libertà.

In tutto questo, il Parlamento sembra vivere sulle nuvole. Nei giorni scorsi, per l’appunto, si è tornati a parlare di antifascismo, legalizzazione della cannabis e soprattutto dello Ius Soli, che da qualche tempo sta venendo mascherato dalla copertina dello Ius Scholae. In un momento come questo la sinistra, come sempre povera di idee ed armata della sua celeberrima massima “si deve sempre parlare di diritti” (ma diritti di chi poi?), ha scoperto questa vecchia e stantia carta cercando di far vedere di star facendo qualcosa “da buoni”.

Lo Ius Scholae, infatti, permette di prendere la cittadinanza a seguito del completamento di un percorso di studi di cinque anni in qualsiasi ambito, con un ciclo scolastico o un qualsiasi corso di formazione. E qui casca l’asino: la legge considera corsi di formazione letteralmente tutti i corsi di preparazione a qualcosa. In pratica secondo questa legge se vieni in Italia e impari a fare qualche acconciatura, diventeresti automaticamente cittadino italiano.

Pare comunque che questa proposta sarà destinata ad arenarsi, com’è stato per il DDL Zan, non essendoci una chiara maggioranza.

Rimane il fatto che si perde troppo tempo, come sempre, in baggianate retoriche e populistiche, parole che queste forze politiche hanno monopolizzato appioppandole agli avversari politici come le forze extra parlamentari sovraniste, per poi accusare indisturbati di razzismo chiunque faccia notare che ci sono effettivamente problematiche più urgenti, sotto l’ala del benaltrismo. In realtà però, ci sono veramente altri problemi, dato che soprattutto guardando altri paesi come il Regno Unito o quelli dell’est Europa, notiamo che il processo di ottenimento della cittadinanza si fa più intricato e difficile, mentre noi andiamo nella direzione opposta.

Tutto questo è sintomo di istituzioni incancrenite, in cui le larghe coalizioni si scannano e la diaspora grillina è sempre maggiore, mentre in alto i potentati della finanza in combutta col nostro primo ministro tagliano le fonti di energia nel nome dell’atlantismo. Come sempre, nel dibattito pubblico italiano basta buttare una miccia demagogica per distogliere l’attenzione dalla realtà e dalle porcate dei governi, che tirano avanti a voti di fiducia. La gente è assopita, non dà cenni di reazione o di protesta, e questo inverno si prospetta davvero complicato stando alle misure attuali, le quali rischiano di peggiorare col tempo.