di Saturno
Avevo già trattato in un precedente articolo l’argomento dei sistemi operativi come windows e linux in merito alla privacy, ma qui voglio trattare l’argomento analizzandolo in termini di come potrebbe essere potenzialmente migliorata l’amministrazione pubblica.
Per riassumere brevemente il panorama degli OS (sistemi operativi), tralasciando macOS che è usato solo nei prodotti della Apple, il mercato è quasi totalmente monopolizzato dal famoso Windows, sviluppato dalla Microsoft. Windows è usato praticamente ovunque, dai computer privati nelle nostre case, ai bancomat delle banche, ai pc nelle scuole, nelle biblioteche, negli uffici comunali, ecc.
Il settore pubblico, finanziato coi soldi dei contribuenti, quando si dota di strumenti come i computer, dovrebbe ragionare in termini di spendere il meno possibile per avere il meglio possibile. Ma utilizzando Windows nei propri pc, l’amministrazione pubblica fa una scelta pessima. Lo stato dovrebbe spendere i soldi con intelligenza e non sprecarli come fa oggi.
L’utilizzo di Windows è controproducente in quanto costringe ogni singolo ente pubblico che compra pc nuovi – che siano preassemblati o non – a pagare soldi in più per la licenza del sistema operativo. Dalle biblioteche, ai comuni, agli uffici di Regioni, Poste, ospedali, ministeri, ecc. hanno tutti bisogno, oltre che degli os stessi, di software specifici per svolgere il proprio lavoro, il che si traduce in ulteriori soldi pubblici spesi in licenze. Di questo spreco, oltretutto, ne risentono enti piccoli come ad esempio comuni di piccoli paesi o scuole sottofinanziate, perché non avendo molti soldi a disposizione possono trovarsi nella situazione di non poter acquistare le licenze di tutti i software di cui hanno bisogno per migliorare la propria efficienza, e comunque quei soldi spesi in licenze potrebbero essere usati per altro.
Una soluzione a questo spreco di soldi pubblici esiste e si chiama Linux. Linux è un sistema operativo alternativo a Windows che potenzialmente potrebbe portare enormi vantaggi all’amministrazione pubblica se la transizione fosse organizzata bene.
Perché Linux? Innanzitutto per utilizzare Windows è necessario pagare una licenza, così come (in genere) è necessario pagare licenze per i software utilizzabili su di esso (es. il pacchetto di Microsoft Office con word, excel, ecc.), mentre Linux e i suoi software sono completamente gratuiti in quanto sono software liberi e open source. Il codice di un software open source può essere legalmente visto, modificato, copiato e distribuito liberamente, mentre Windows è un software closed source, ovvero l’esatto opposto.
Ed è forse questo il più grande limite allo sviluppo di linux. Per dirla in parole povere, il fatto che i suoi programmi siano gratuiti e copiabili da tutti è un enorme disincentivo per potenziali sviluppatori che non ci guadagnerebbero niente a crearvi programmi; ciò non ha comunque impedito il continuo sviluppo di varie distribuzioni di Linux e di software compatibili con esse, da parte di volontari che lavorano gratuitamente e sviluppatori che guadagnano con donazioni. Il punto però è che lo stato anziché far pagare a tutti i propri enti costose licenze per i propri pc, potrebbe assumere gruppi di sviluppatori e fargli creare, gestire e aggiornare i software di cui ha bisogno la pubblica amministrazione.
Oltretutto i vantaggi di utilizzare Linux anziché Windows vanno oltre a quello del semplice risparmio economico. Linux è un sistema operativo molto più leggero di Windows, quindi con pc di uguale hardware quello con Linux ha prestazioni migliori, difatti Linux viene spesso usato per recuperare vecchi pc. Sembra una cosa da poco, ma in realtà è un qualcosa di importante se si pensa al fatto che spesso (es.) scuole e comuni non sempre possono permettersi pc nuovi e sono costretti a continuare a usare quelli vecchi e obsoleti di cui dispone.
Un potenziale problema all’attuazione di questa sostituzione su larga scala è sicuramente l’ignoranza generale in merito all’utilizzo del computer, anche a causa di un sistema scolastico che mette in secondo piano questo campo. Già le persone comuni, compresi i dipendenti pubblici che lo utilizzano quotidianamente, fin troppo spesso fanno fatica a usare Windows quando gli si chiede qualcosa di diverso dalla loro routine, figuriamoci se lo sostituissimo con un os diverso e che non hanno mai usato prima. Questo problema potrebbe essere risolto in vari modi. Sul lungo termine con un miglioramento dell’istruzione superiore dove andrebbe migliorato l’insegnamento informatico (anche nei licei) e l’uso di Linux (il quale non è fine a se stesso ma è anche uno strumento utilissimo per imparare a programmare). Si potrebbe richiedere, come requisito per i concorsi pubblici, una certificazione che attesta un certo livello di conoscenze nel saper utilizzare Linux, al pari di come si fa già con la certificazione ECDL per Windows, in modo che chi vuole lavorare nell’amministrazione pubblica sia incentivato ad impararlo ad usare. Si potrebbe anche creare una distribuzione di Linux con un’interfaccia grafica il più possibile simile a quella di Windows (che tecnicamente esistono già, come quella chiamata windowsfx) così da non lasciare spaesato chi lo usa per la prima volta.
In conclusione, per l’amministrazione pubblica passare da Windows a Linux sulla carta sarebbe qualcosa di oggettivamente positivo, il vero problema sarebbe nell’attuazione di una cosa del genere. Partendo dal presupposto che tale iniziativa potrebbe anche essere portata avanti in collaborazione con altri Paesi per abbatterne i costi, al di là dei problemi sopracitati, assumere squadre di sviluppatori per creare e tenere aggiornati software particolari è costoso e pertanto un’iniziativa così grossa può partire solo dallo stato centrale e non da enti piccoli come i comuni. E la transizione per evitare grossi problemi dovrebbe essere graduale e non imposta totalmente dall’oggi al domani. Per quanto riguarda le scuole invece, almeno per i pc utilizzati dagli studenti si potrebbe già effettuare la transizione, dato che i software di cui necessita una scuola per l’insegnamento superiore esistono già praticamente tutti in forme open source e vengono regolarmente aggiornati (es. LibreOffice come copia del pacchetto Microsoft Office).
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