di Bologna
Se il sapore mitico delle storie remote riesce ancora ad affascinarci e a renderci un po’ più sognatori, non possiamo certo interrompere il nostro viaggio nella riscoperta dell’Antico. Dopo migliaia di anni alcuni episodi e racconti contengono ancora una forte componente didattica, d’insegnamento, che ogni ragazzo dovrebbe covare dentro di sé e lasciar schiudere anche in quest’epoca schiava dei sensi e delle dottrine razionaliste.
Ecco perché oggi, dopo aver parlato nello scorso articolo della selvatica Artemide, analizzeremo un’altra storia, scollegata dalla dea boscosa certo, ma che riesce comunque a darci un’importante lezione. È la storia di Cadmo, valente guerriero prediletto da Zeus, e di Armonia, la sua divina sposa.
Cadmo, figlio di Agenore re di Tiro, è un uomo impavido e votato al viaggio fin da quando la sorella Europa è stata rapita da Zeus in persona. Il giovane principe non è l’unico dei fratelli di Europa ad essere partito per recuperare la giovane ragazza, ma è invece l’unico votato completamente a quella ricerca (i fratelli si dedicheranno ad altro molto presto).
Non starò a raccontare le avventure di Cadmo in quest’unico articolo, sono veramente troppe e ricche di dettagli per essere racchiuse in questo poco spazio, ma basti sapere che nel corso dei suoi viaggi, il giovane arriverà a guadagnare i più grandi riconoscimenti da parte degli stessi Dei olimpici, aiutando Zeus nella sua lotta contro il malvagio Tifone.
È proprio in virtù di questo aiuto che il Re degli Dei promette al giovane in sposa la splendida Armonia, figlia di Afrodite e della sua relazione clandestina con Ares, signore della guerra.
Cadmo e Armonia si conoscono a Samotracia, un’isola che è greca e porta dell’Anatolia allo stesso tempo. Siamo in un’epoca ancestrale, dove Occidente e Oriente sono ancora fusi in un equilibrio cosmico, per questo gli eroi e le divinità che incontreremo non albergano unicamente nella terra ellenica, che pure ospita il monte Olimpo.
Armonia, consapevole del proprio destino, all’inizio è sfuggente e diffidente di quel bel giovane che si è presentato a palazzo. Egli è un vagabondo, un avventuriero e un marinaio, di certo non delle belle premesse per essere il consorte della figlia della Dea dell’Amore.
È la lontananza da casa che preoccupa la splendida giovane, il dover abbandonare ogni affetto e ogni sicurezza per seguire il proprio sposo nelle sue avventure: sentimenti che sicuramente dovettero provare le spose di molti di quei guerrieri indoeuropei che nelle epoche remote hanno rivitalizzato le terre d’Europa con le loro migrazioni.
Ma Armonia cede ben presto al fascino dell’uomo che la reclama, è valoroso, eroico, ha salvato gli Dei olimpici e mai ha abbandonato le ricerche della sorella scomparsa. L’amore prende ben presto possesso nel cuore dei due giovani uniti dal destino e dal padre degli dei. Armonia lo seguirà ovunque nel mar Egeo e nelle terre di Beozia dove Cadmo ed i suoi uomini arrivano guidati da un oracolo di Apollo: dovrà fondare una città, scordare la sorella smarrita e costruire un nuovo regno che darà vita alla grande Tebe.
Per approvvigionare la sua nuova città con acqua pura e potabile Cadmo invia i suoi uomini alla ricerca di una fonte, ma quella è un’epoca dove le sorgenti sono santuari e l’acqua limpida di quella fonte è custodita da un Drago, animale consacrato (alcuni dicono ne fosse il figlio) ad Ares. Cadmo vendica ben presto i suoi compagni sterminati dalla bestia, ma ovviamente suscita la furia del potente Dio, che lo condanna a diventare egli stesso un serpente/drago. Ma per molti anni quella minaccia rimane nel vuoto, Cadmo regna incontrastato su Tebe per molto tempo, ed Armonia è al suo fianco come regina, donandogli diversi figli ed una vita piena e felice, proprio come erano state le loro nozze alle quali presenziò l’intero Olimpo.
Le vicissitudini portano Cadmo e la sua sposa nei boschi dell’Illiria, condannati dall’ira di Dionisio verso un ingrato e blasfemo discendente della coppia.
È proprio in queste terre lontane che la condanna di Ares arriva ineluttabile. Mentre vaga tra gli alberi seguito dalla moglie infatti il corpo di Cadmo si affloscia, la sua voce diventa un sibilo, la profezia è compiuta: Cadmo è diventato un serpente per il suo atto sacrilego nei confronti del Dio della guerra. Ma le lacrime di Armonia sono uno strazio per il Marziale padre. Ella lo supplica e lo implora, se non potrà più condividere la sua vita con un uomo allora la condividerà con un serpente ed è proprio questa la preghiera che rivolge all’iraconda divinità.
Commosso da un tale sentimento, Ares non può sottrarsi alla forza dell’Amore, si reca da Zeus ed intercede, affinché Cadmo e Armonia siano accolti sul monte Olimpo per l’eternità, come ospiti graditi tra i grandi Dei. Zeus, bonariamente, accetta.
Così si conclude la storia di Cadmo e Armonia, uniti dall’amore e dal destino. Una semplice lezione che risulta quasi un monito per l’uomo moderno, che viene spinto dalla corrente ad essere sempre più anaffettivo e superficiale su questioni pure.
L’eroismo di Cadmo infatti e l’Amore di Armonia, hanno vinto persino sulla condanna di un Dio potente e vendicativo, perché tutti alla fine di fronte ad Amore ed Eroismo devono chinare il capo.
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